17 Dicembre 2018
Il Secolo XIX
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Argomenti / Teoria e scienze sociali
A questo punto ogni resistenza può considerarsi superata e i lavori per il completamento della linea, già realizzata per circa un terzo, potranno proseguire. È una buona notizia per la Liguria sotto il profilo infrastrutturale e per l’Italia sotto quello procedurale. L’analisi costi benefici offre una stima degli effetti economici dell’opera. Lo studio cerca di capire – sulla base di diverse ipotesi di traffico – quali saranno le conseguenze del Terzo valico per gli utenti, i produttori (cioè gli esercenti del servizio ferroviario e della rete autostradale) e la società in generale (inclusi i benefici ambientali legati alle minori emissioni). Il saldo netto tra la valutazione complessiva e i “costi del no” (penali e ripristino) è solo debolmente negativo – circa 300 milioni in trent’anni.
Alla luce delle inevitabili incertezze – che riguardano, tra l’altro, l’effettivo andamento del traffico e gli sviluppi del cambiamento climatico – si tratta di un valore non significativamente diverso da zero. Per giunta, esso è pesantemente influenzato dal minore gettito della tassazione sui carburanti, dovuto alla flessione della gomma a favore del ferro: se si esclude questo elemento, il bilancio diventa positivo.
La Liguria attendeva da tempo questa notizia: l’opera è fondamentale per riagganciare la nostra regione col resto del Nordovest. Come dimostra il Ponte Morandi, essa soffre di una insostenibile fragilità logistica: il Terzo valico è un tassello essenziale della risposta (un altro pezzo è la Gronda). Collegamenti più efficienti possono fare la differenza per merci e passeggeri, promuovendo il transito dal porto e l’insediamento di nuove attività produttive. Negli ultimi decenni, Genova è stata il vertice più debole dell’ex triangolo industriale con Milano e Torino: la marginalizzazione infrastrutturale forse non ne è stata la principale ragione, ma di certo ha contribuito.
L’analisi costi benefici svolge, in questo senso, una duplice funzione: da un lato contribuisce a far prendere decisioni informate, dall’altro obbliga la politica a un’assunzione di responsabilità. Eppure, la vicenda del Terzo valico ha del paradossale. In primo luogo, uno studio come quello appena pubblicato avrebbe dovuto essere condotto prima di avviare i lavori, e non a cantieri aperti. Secondariamente, il ministro Toninelli, a cui va dato atto di aver chiesto l’approfondimento, lo ha affiancato a un rapporto di sintesi che sembra voler scaricare sui tecnici una decisione che non può che essere politica, rivendicata invece dal suo vice, Edoardo Rixi. La politica ha le sue ragioni che la ragione dei tecnici non coglie (e non può cogliere), senza le quali non riterremmo la democrazia un valore in sé. Ma la democrazia non può funzionare se chi occupa pro tempore posizioni di potere non ha poi il coraggio delle proprie scelte.
In sintesi: il Terzo Valico rappresenta un bene per la Liguria e il Nordovest. Quasi nessuno, qui, aveva dubbi in merito. Adesso anche i più scettici dovranno accettare il responso. I dati sono la migliore risposta agli scettici.
Da Il Secolo XIX, Sabato 15 Dicembre.