All'Atac è record di assenze: boom di dipendenti malati

Una ricerca dell'Istituto Bruno Leoni e i report dell'Autorità anticorruzione mostrano le differenze tra Roma e Milano

23 Maggio 2017

Il Giornale

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Milano batte Roma. Almeno sulla presenza sul posto di lavoro del personale delle società incaricate di gestire il trasporto pubblico. La milanese Atm ha una percentuale di assenza dal lavoro (del suo personale operativo) pari a al 5,73%. Discorso diverso peri colleghi romani. L’Atac denuncia una assenza dal lavoro dell’11,96% di chi quotidianamente viene impiegato nell’«esercizio di superficie», ovvero sia macchinisti metro e autisti degli autobus.

Già due anni fa, un servizio del giornale online Linkiesta denunciava un confronto impietoso per il servizio di trasporto pubblico capitolino con quello meneghino. Basandosi su una ricerca dell’Istituto Bruno Leoni e sui report dell’Autorità anticorruzione il giornale mostrava le differenze tra le due aziende. Una, quella milanese, tornata in utile con i conti a posto, con un organigramma dirigenziale snello e con i mezzi con un età media di poco più di otto anni. Quella romana, invece, aveva una squadra dirigenziale quattro volte superiore (anche se nel corso degli anni è diminuita fino a toccare poco meno delle 50 unità alla fine del primo trimestre di quest’anno), passivo di bilancio e una vita media dei mezzi di trasporto di oltre dodici anni.

Insomma le cose non sembrano cambiate. Nemmeno ora che la nuova gestione capitolina ha falciato una trentina di persone ad aprile scorso per vizi di forma nel loro reclutamento.

Tornando ad analizzare i dati messi a disposizione dalle due municipalizzate si scopre che appunto 1’11,96% delle persone impiegate per guidare autobus e manovrare i convogli della metropolitana non si presenta al lavoro. Una cifra questa che si può scorporare in diverse voci. Il 6,21% risulta alla fine assente per malattia, mentre è assente per maternità lo 0,54%, per gli effetti della Legge 104 il 2,44%, per congedi parentali lo 0,9% e per altri motivi (compreso l’infortunio sul lavoro) poco meno del due per cento. Se si fa il calcolo su tutto il personale femminile dell’azienda l’incidenza delle assenze per maternità ovviamente si alza allo 0,74%. Il dato che fa più effetto però è quello complessivo. Il totale della forza lavoro Atac è di 11.600 persone (tra dirigenti, operai, macchinisti, addetti ai servizi ausiliari, addetti ai servizi di supporto e autisti). Secondo i dati forniti dalla municipalizzata risulta assente il 12,12%. Tenendo ovviamente conto che tra turni e riposi settimanali possono risultare effettivi giornalmente i 2/3 della forza lavoro, all’appello mancherebbero ben 930 circa dipendenti. Ovviamente tra l’espressione «malato» e quella di «inidoneo al servizio» il passo non è da sottovalutare, perché chi lo diventa deve essere riassegnato ad altro incarico. La scorsa estate per esempio vennero controllati 160 dipendenti che avevano ottenuto, in precedenza, il cambio di destinazione per problemi fisici. Di questi 1’80% risultò del tutto guarito, quindi abile tanto da poter tornare alle originarie mansioni.

Da Il Giornale, 23 maggio 2017

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