Archivio nazionale delle opere pubbliche: un buon inizio

Ma la trasparenza in salsa populista può causare inerzia amministrativa

15 Ottobre 2019

IBL

Argomenti / Diritto e Regolamentazione Teoria e scienze sociali

C’è voluta la tragedia del Ponte Morandi a spingere la Pubblica Amministrazione a utilizzare le potenzialità della digitalizzazione per tutelare la sicurezza dei cittadini, e non solo per spiarli. Pochi giorni fa, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha finalmente annunciato la creazione dell’Ainop – Archivio informatico nazionale delle opere pubbliche. Si tratta di una piattaforma finalizzata a censire e monitorare le opere pubbliche (strade, autostrade, ferrovie, aeroporti, tunnel, viadotti…). Per ciascuna opera verrà creato un fascicolo comprensivo non solo di informazioni sulla sua storia e il contesto urbanistico e ambientale in cui si colloca, ma anche – man mano che diventeranno disponibili – i risultati del monitoraggio in tempo reale. All’Ainop si affiancherà un tavolo tecnico permanente che dovrà vigilare sulla continua e puntuale alimentazione del database e assistere le amministrazioni che non hanno ancora provveduto a digitalizzare le proprie procedure.

Il collasso del viadotto genovese rappresenta il più grave caso di fallimento infrastrutturale, ma certamente non l’unico: nel quinquennio 2013-2018 sono ben dieci i ponti crollati, anche se fortunatamente non sempre ci sono state delle vittime. A queste circostanze estreme si aggiunge lo stato di manutenzione delle nostre reti infrastrutturali, spesso scadente e non di rado tale da determinare veri e propri pericoli per gli utenti. Sono molte le cause di questa situazione. Nel caso delle opere di competenza delle amministrazioni pubbliche, troppo spesso i responsabili non sono in grado di spendere le risorse stanziate. A questo contribuiscono i bizantinismi del codice degli appalti e l’escalation di norme e obblighi che, nel nome dell’anticorruzione, hanno solo complicato la burocrazia. La complicazione amministrativa è anche una delle principali cause delle difficoltà di intervento sulle opere date in concessione a soggetti privati.

La creazione dell’Ainop risponde a un’esigenza prioritaria: garantire sia alla struttura amministrativa, sia al vertice politico del Ministero dei Trasporti di avere piena informazione sullo stato delle opere. Questo servirà anche a compiere scelte razionali su quali interventi siano prioritari e a chiarire dove stanno le responsabilità in caso di incidenti. Tuttavia, l’informazione è solo una precondizione per una corretta gestione: non può in alcun modo essere un sostituto della piena responsabilità politica e amministrativa né può ovviare agli enormi problemi burocratici e amministrativi. In sostanza, l’Ainop è essenziale per migliorare la capacità del Governo di effettuare una diagnosi sulla condizione delle opere, ma non offre particolare aiuto nell’elaborare la terapia necessaria. Il Ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, ha rivendicato l’importante lavoro da svolgere per dare vita all’Archivio informatico delle opere pubbliche: ora dovrebbe investire ancora più capitale politico per ripensare le norme sugli appalti e le autorizzazioni. Il populismo produce inerzia amministrativa, e l’inerzia – quando blocca o rallenta interventi urgenti – può uccidere.

15 ottobre 2019

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