Non si dà una vera riforma fiscale – che contempli una apprezzabile riduzione della pressione fiscale – senza una autentica, incisiva (e, si dovrebbe aggiungere, difficile) attività di revisione della spesa. Ma senza una vera riforma fiscale, ogni tentativo di autonomia differenziata è destinato a riproporre il tema di fondo che ci accompagna dal momento in cui si pensò di dare concreta attuazione al dettato costituzionale istituendo le regioni a statuto ordinario. Quello di un trasferimento di competenze cui non corrisponde un trasferimento di capacità impositiva. Quello di un’autonomia che non è accompagnata da una concreta responsabilità fiscale. Ci perdonerà il presidente del Consiglio ma non è il presidenzialismo il naturale compagno di strada dell’autonomia differenziata. E non solo per l’evidente disallineamento nelle rispettive tempistiche di approvazione e attuazione dei provvedimenti di legge.
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