L'azzardo morale di Biden

Ciò che promette di dare a Tizio, la politica deve per forza prenderlo da Caio

5 Settembre 2022

L'Economia – Corriere della Sera

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Politiche pubbliche

Il provvedimento che aiuta gli studenti insolventi costa 300 miliardi di dollari ai contribuenti. Il paradosso è che spingerà più persone a chiedere un prestito…

Ciò che promette di dare a Tizio, la politica deve per forza prenderlo da Caio. È bene ricordarselo, soprattutto quando si cammina su strade lastricate di buone intenzioni. Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden ha appena annunciato una imponente «cancellazione del debito studentesco». L’università negli Stati Uniti è molto costosa. Ragionare sul valore medio di una retta lì è abbastanza aleatorio: la concorrenza fra atenei ha prodotto un mosaico di opzioni, dalla università «Ivy League» al piccolo college di provincia. Nondimeno, parliamo di cifre che tendono a superare i dieci, spesso anche i 30 mila dollari l’anno. Negli Stati Uniti, chi ha completato la propria educazione terziaria guadagna in media quasi tre volte quanto guadagna chi si è fermato alla fine della scuola superiore.

Per questo a livello individuale appare sensato indebitarsi per fare l’università. Tuttavia proprio questa prospettiva ha spesso invogliato a cominciare gli studi persone che poi li hanno abbandonati, o che hanno scelto percorsi sfasati rispetto alle domande del mercato. Costoro spesso arrancano nel ripagare i debiti: a essere insolventi sono soprattutto coloro che hanno cominciato l’università senza finirla.

Beneficiari
Biden ha annunciato un «condono» per molte persone che hanno avuto prestiti studenteschi erogati dal governo. Il cuore del provvedimento è la cancellazione di 10 mila dollari di debito a tutti i beneficiari con un reddito inferiore a 125 mila dollari all’anno. Si aggiungono altri 20 mila dollari, se il debitore ha anche ricevuto un «Pell Grant», contributo statale assegnato a studenti con difficoltà economiche.

Secondo i democratici, che da tempo sollecitavano un’iniziativa simile, il provvedimento servirà a ridurre le insolvenze. Il debito studentesco dal 2011 a oggi è quasi raddoppiato, sfiorando i 1.600 miliardi di dollari, anche se il numero di mutuatari è aumentato solo del 18%. Attualmente, i debitori versano, una volta conclusi gli studi, fino al 10% del loro reddito.

Con la riforma, i pagamenti arriveranno al massimo al 5%. E lo Stato si farà carico degli interessi mensili non pagati. Ma ciò che viene tolto dalle spalle di Tizio è messo su quelle di Caio.

La cancellazione di 10 mila dollari per i debitori che guadagnano fino a 125 mila dollari costerà al contribuente, secondo le stime, circa 300 miliardi di dollari. Più altri 270 miliardi di dollari per l’aiuto a chi già ha ricevuto un sussidio Pell. L’amministrazione Usa prosegue sulla via intrapresa da Biden con determinazione ancora maggiore del predecessore: spendiamo, indebitiamoci e poi chi vivrà vedrà.

Mancano tre mesi alle elezioni di medio termine e questo provvedimento avvantaggia gruppi che il Partito Democratico ritiene fra i suoi elettori. Dal punto di vista giuridico-costituzionale, in molti sostengono che il presidente non abbia autorità per condonare debiti. Dal punto di vista economico, l’iniziativa di Biden corrisponde alla più straordinaria creazione di «azzardo morale» mai vista.

Ricordate quest’espressione? Viene dal gergo delle assicurazioni e si era fatta strada in occasione della crisi finanziaria del 2007-2008. Si riferisce al fatto che un individuo sarà incentivato a impegnarsi a ridurre un certo rischio nel momento in cui ne sopporta direttamente il costo, mentre, in caso contrario, adotterà un comportamento più spregiudicato. Nella crisi del 2007-2008, l’azzardo morale era entrato in gioco su due diversi livelli. La dirigenza delle grandi banche si era assunta una serie di rischi nella consapevolezza che esistesse la cosiddetta «Greenspan put» (dal nome dell’allora governatore della Fed): in caso quei rischi fossero diventati insostenibili, la banca centrale sarebbe intervenuta a «salvare» l’istituto coinvolto. Quei rischi venivano dall’aver offerto mutuo a tasso estremamente conveniente a persone che non avevano le risorse per comprare una casa, dal momento che la cartolarizzazione degli stessi rendeva, all’apparenza, sostenibile l’aver erogato anche molti crediti che si sarebbero rivelati inesigibili.

Messaggio
Sappiamo come è andata a finire. È chiaro che se il governo mi dice che mi applicherà, di fatto, un tasso di interesse inferiore per indebitarmi e mi suggerisce, in maniera neppure troppo indiretta, che in caso non ce la faccia a ripagarlo faremo come se niente fosse, l’effetto è spingere ancora più persone a richiedere un prestito.

Le persone che vanno all’università appartengono di solito ai ceti più elevati e, in America almeno, sono destinate a farne parte. Ora le spese per la loro istruzione vengono trasferite ad altri: agli americani tutti, anche quelli che non hanno studiato.

Sotto il profilo culturale, il messaggio non è dei migliori. Si spinge a compiere a cuor leggero una scelta complicata, come indebitarsi per decine di migliaia di dollari. Questo è coerente con l’orizzonte culturale dell’amministrazione: quello di un Paese in cui il peso della responsabilità, per politici e cittadini comuni, è finalmente leggero come una piuma. Ripensiamo all’azzardo morale. Quale sarà la qualità delle decisioni prese, in un mondo nel quale nessuno si aspetta che gli venga presentato il conto?

da L’Economia – Corriere della Sera, 5 settembre 2022

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