Prima il ministro Salvini con l’annuncio di una riforma estiva da approvare in fretta e furia per rimpolpare il parco taxi. Poi il sindaco Gualtieri che dal palco della festa dell’Unità annuncia un piano per Roma con più licenze ma anche con un restyling delle tariffe minime. Nella torrida estate che ha riversato in Italia un turismo da record, le città italiane scontano un basso numero di auto bianche. Poche rispetto alla domanda perché contingentate da sempre, se si pensa che gli ultimi due bandi per il rilascio delle licenze nella Capitale risalgono ai tempi della giunta Veltroni. Allora, sfidando le ire dei tassisti, il Comune rilasciò circa 2mila titoli. Ma dopo poco è cambiato, nonostante qualche timido tentativo di sblindare il settore e aprirlo al libero mercato. Come suggerisce da anni anche l’Antitrust che pochi giorni fa ha aperto un nuovo procedimento a carico di Radiotaxi 3570 proprio in tema di libera concorrenza.
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L’emergenza cade nell’estate più calda di sempre plasticamente rappresentata dalle file chilometriche (e sudate) davanti alle stazioni di Roma e Milano. A rendere scientifico il boom della domanda di auto bianche ci pensa Andrea Giuricin, economista esperto in materia di trasporti e Research Fellow dell’Istituto Bruno Leoni. «A maggio 2023 abbiamo avuto un picco del trasporto aereo di passeggeri del 4% in più rispetto al record storico del 2019 e quasi del 20% in più rispetto allo stesso mese del 2022 – spiega -. Questi passeggeri che sbarcano nei nostri aeroporti sono solo una parte dell’aumento della domanda di quest’anno». A gonfiare le chiamate ai radiotaxi e le file nelle stazioni dedicate «ci sono anche le diverse attitudini al consumo molto cambiate dopo la pandemia», aggiunge.
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da Il Sole 24 Ore, 22 luglio 2023