14 Agosto 2014
Il Giornale
Carlo Lottieri
Direttore del dipartimento di Teoria politica
Argomenti / Teoria e scienze sociali
In Veneto non si deve votare: né per sapere se la popolazione sia per l’indipendenza, né per sapere se essa sia disposta ad accettare una soluzione più moderata, che permetta un’autonomia analoga a quella di cui gode il Friuli Venezia Giulia. Questa è la volontà del governo, che ha chiesto alla Corte costituzionale di bloccare le consultazioni volute dalla Regione Veneto guidato dal leghista Luca Zaia.
Il premier Matteo Renzi e il ministro per gli Affari regionali, Maria Carmela Lanzetta, hanno insomma scelto di impugnare sia la legge che (in maniera consultiva) poneva al centro un’ipotesi d’indipendenza, sia quell’altra che si limitava a chiedere lo statuto speciale. La palla passa ora alla Consulta, che dovrà ascoltare le ragioni dell’ente regionale e fare i conti con la sua opposizione.
Quello che si profila è uno scontro sempre più duro. La galassia degli indipendentisti veneti ora troverà un altro argomento di mobilitazione, mentre la stessa Lega dovrà – almeno in Veneto – accantonare le logiche lepeniste e tornare a parlare d’indipendenza. E dopo la bocciatura dell’autonomia non c’è più alcuno spazio per quanti immaginavano soluzioni moderate.
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