Il fondatore del partito”Alianza Bravo Pueblo” ritira il “Premio Bruno Leoni 2024” per la leader dell’opposizione, in clandestinità nel suo Paese
La leader dell’opposizione venezuelana Maria Corina Machado ha vinto il “Premio Bruno Leoni 2024”, un riconoscimento per la libertà di un popolo in lotta contro il regime sempre più autoritario di Nicolas Maduro. La Machado si trova in clandestinità nel suo Paese, braccata dagli agenti del governo. A ritirare l’onorificenza per lei a Milano è l’ex sindaco di Caracas Antonio Ledezma, una figura fondamentale della piattaforma che si oppone al regime, costretto da tempo a vivere in esilio in Spagna. Dopo le presidenziali di fine luglio, con Maduro che si è proclamato vincitore senza mostrare uno straccio di prove, l’opposizione continua a denunciare i brogli avvenuti rivendicando il trionfo del loro candidato Edmundo Gonzalez.
«Maria Corina – spiega Ledezma – ha avuto il pregio di non piegarsi alle imposizioni dì una dittatura che le ha prima negato la possibilità di candidarsi e poi ha ostacolato in tutti i modi la campagna elettorale. L’ultimo atto è stata la truffa del voto, hanno ignorato la volontà di otto milioni di venezuelani e si sono costruiti una vittoria falsa».
A gennaio Maduro dovrebbe entrare in carica per il suo nuovo mandato presidenziale, voi avete detto che farete di tutto per impedirglielo. Ma qual è la vostra strategia per arrivare ad un riconoscimento della vittoria di Gonzalez?
«Noi continueremo con tutte le nostre forze a chiedere l’aiuto della comunità internazionale. Non solo i singoli Paesi che ci hanno già appoggiato, ma anche organismi come le Nazioni Unite e la OEA (organizzazione degli stati americani), che hanno il dovere di intervenire per far rispettare il voto popolare e per mettere fine alle violazioni dei diritti umani tuttora in corsa. Il Venezuela è un Paese sequestrato, la polizia e i servizi segreti ti possono arrestare per un post sui social media e otto milioni di persone sono state costrette a scappare. Il Mondo ha il dovere di fermare questa tragedia».
La vittoria di Donald Trump è stata salutata dallo stesso Maduro come una possibilità di avviare una nuova fase nelle conturbate relazioni tra Washington e Caracas. Avere il repubblicano alla Casa Bianca per voi è positivo o negativo?
«Trump ha basato la sua campagna sullo slogan `America First”, sostiene che farà dì tutto per proteggere soprattutto il suo Paese. Nicolas Maduro oggi rappresenta una minaccia per tutto l’Occidente, Usa in primis. La dittatura protegge narcotrafficanti e terroristi e la crisi in corso non può che far aumentare il numero della gente che fugge, molti di loro cercano di entrare negli States. Trump deve far di tutto per far cadere Maduro per bloccare il traffico di droga, di armi e la tratta dei migranti».
Il presidente brasiliano Lula da Silva ha una posizione ambigua sul Venezuela, non riconosce la vittoria di Maduro ma non rompe le relazioni con Caracas. Recentemente ha però bloccato l’ingresso del Venezuela nei Brics. Crede che anche Lula stia cambiando idea?
Noi siamo mossi da fede e speranza. Da 25 anni lottiamo contro questo sistema, abbiamo fatto tanti sbagli ma adesso siamo uniti e determinati. Tanta dedicazione sta dando i suoi frutti. altri leader dì sinistra della regione, come il cileno Boric e Pepe Mujica hanno condannato ìl regime. Lula e molti altri presidenti devono capire che Maduro è un cattivo esempio per l’America Latina e per il mondo intero. Ha preso in giro tutti da anni, ha boicottato almeno una decina di tentativi di dialogo, anche quando a mediare c’era la UE o Papa Francesco, ma questo suo disprezzo per le regole e per la democrazia lo stanno isolando sempre di più. Il tempo della dittatura è sempre più corto, arriverà presto la fine di questo incubo, ne siamo tutti convinti».