Dello spirito di conquista e dell’usurpazione nei loro rapporti con la civiltà europea (1814) è uno dei testi più noti di Benjamin Constant ed un autentico manifesto del pensiero liberale classico. Il grande filosofo franco-svizzero esamina qui i frutti del militarismo e della tirannia che avevano caratterizzato l’epopea napoleonica. La lucidità e acutezza nell’analisi della dittatura bonapartista al tramonto rendono questo saggio un atto di accusa contro ogni tipo di potere assoluto. Tanto che le questioni con le quali Constant si confronta hanno una salienza immediata anche per le epoche successive, non ultima la nostra. Per Constant l’umanità «è ormai giunta a un grado di civiltà per cui la guerra non può che riuscirle di peso: la sua tendenza uniforme è verso la pace». Egli considerava dunque, quasi duecento anni fa, il ricorso alla guerra fra le nazioni profondamente in opposizione rispetto all’evoluzione storica e anche agli interessi del libero mercato.
Ma questo testo è molto di più di una brillante riflessione su militarismo e potere: vengono infatti qui presentati tutti i grandi temi della riflessione politica constantiana, dalla critica a Rousseau e Mably, all’idea del governo limitato, all’opposizione fra libertà degli antichi e dei moderni, solo per menzionarne alcuni.
Questa nuova edizione di Conquista e usurpazione è stata interamente tradotta e curata da Luigi Marco Bassani, sulla base delle quattro edizioni che Constant pubblicò in vita.
Luigi Marco Bassani insegna Storia delle dottrine politiche all’Università di Milano.