Che cos'è l'indice delle liberalizzazioni?

Le liberalizzazioni sono spesso associate alla crescita economica e all'innovazione

17 Febbraio 2021

IBL

Argomenti / Diritto e Regolamentazione

Che cos’è l’indice delle liberalizzazioni?
L’Indice delle liberalizzazioni è un indice calcolato dall’Istituto Bruno Leoni e dallo European Policy Information Center, nella sua edizione 2020 a cura di Carlo Stagnaro in collaborazione con Paolo Belardinelli, Enzo Cartaregia, Andrea Giuricin, Karolina Mickute e Massimiliano Trovato.

Che cos’è la liberalizzazione?
La liberalizzazione è il processo di apertura dei mercati alla competizione o, per essere ancora più specifici, la rimozione dei vincoli alla concorrenza. Attraverso il processo di liberalizzazione, il quadro giuridico è riformato in modo tale che tre libertà fondamentali siano rispettate:

1. La libertà di entrare nel mercato: nuovi produttori devono essere liberi di entrare in un mercato e poter offrire i propri prodotti o i propri servizi ai consumatori;

2. La libertà di organizzazione: i produttori devono essere lasciati liberi di organizzare e innovare i propri processi produttivi nel modo che ritengono più opportuno, facendo scelte di integrazione orizzontale o verticale, di politiche di costruzione interna o acquisto di semilavorati, di personalizzazione della propria offerta. Certamente, anche in un mercato aperto possono esserci delle limitazioni, a patto che i benefici di queste siano opportunamente dimostrati essere maggiori dei costi. Possono avvenire per due motivi:

a. limitazioni necessarie per superare ostacoli legittimi maggiori;
b. limitazioni necessarie per superare ostacoli alla competizione;

3. Libertà di uscita dal mercato: le imprese inefficienti devono essere lasciate libere di uscire dal mercato, liberando capitali e lavoro altrimenti impiegati in maniera improduttiva.

Ogni settore ha chiaramente le proprie peculiarità: alcuni hanno semplicemente bisogno di deregolamentazione, altri di nuove regole.

Quali sono gli effetti delle liberalizzazioni
Le liberalizzazioni in ambito economico portano benefici principalmente a due categorie di soggetti: gli imprenditori detti “nuovi entranti” e i consumatori. I primi beneficiano delle liberalizzazioni per via dell’abbattimento delle barriere all’entrata ossia per la rimozione di quei vincoli che rendono difficoltoso l’inizio di un’attività in un determinato settore. Per fare alcuni esempi si può pensare alle decine di documenti che vengono richiesti da decine di uffici diversi, che spesso non comunicano tra loro, per poter aprire un’impresa oppure all’obbligo di effettuare gratuitamente il praticantato presso uno studio di professionisti per poter entrare nell’albo professionale. I consumatori traggono beneficio dalle liberalizzazioni per via dell’aumento della concorrenza in un determinato settore.

Grazie alle liberalizzazioni i consumatori si trovano davanti ad una più ampia scelta di beni e di servizi e per questa ragione le imprese, per poter continuare a stare proficuamente sul mercato, dovranno fare in modo di offrire i propri beni e servizi ad un livello qualitativo superiore o ad un prezzo inferiore. I penalizzati dalle liberalizzazioni sono i soggetti che hanno guadagnato una rendita di posizione ossia tutti coloro che stanno già all’interno del mercato e hanno la possibilità di fare maggiori profitti per via della ridotta concorrenza. In una situazione in cui ci sono forti barriere all’entrata le imprese hanno meno incentivi a migliorare continuamente in termini di prezzo o di qualità poiché i consumatori potrebbero non avere sufficienti alternative a disposizione.

Perché calcolare l’indice?
Ci sono almeno tre ragioni dietro al calcolo dell’indice:

  1. É uno sforzo per produrre informazioni valide circa l’abilità dell’Unione Europea di raggiungere i propri obiettivi (target). Per una maggiore integrazione dei mercati non è sempre necessaria una regolamentazione comune, ma certamente lo è un certo grado di armonizzazione, fermo restando che i mercati devono essere aperti ai fornitori di tutti i Paesi, e i consumatori di ogni Paese devono avere accesso ai beni dei produttori esteri: l’apertura dei mercati è una parte dell’essere membri dell’Unione Europea;
  2. È altrettanto importante studiare come si evolve nel tempo, motivo per cui l’indice è calcolato periodicamente a partire dal 2007;
  3. Le liberalizzazioni sono spesso associate alla crescita economica e all’innovazione. Concentrarsi su metodi di crescita neutrali per il bilancio è sempre più una sfida, a maggior ragione in periodo di pandemia.

La speranza è quella che l’indice sia di aiuto sia ai policy makers europei, sia ai gruppi di sostegno, per fare leva sulla libertà economica piuttosto che sul trade-off, ossia sulla scelta, tra stimolo oggi e tasse domani.

Come è calcolato l’indice?
L’indice è calcolato assegnando un punteggio alle seguenti nove voci:
– carburanti
– petrolio
– lavoro
– elettricità
– servizio postale
– telecomunicazioni
– settore aereo
– settore ferroviario
– assicurazione

Nelle edizioni precedenti era anche presente un’ulteriore voce, “TV broadcasting”, di cui però non si dispone di abbastanza informazioni.

Che cosa indicano i punteggi?
I punteggi più alti sono associati a minori costi di ingresso, a un maggiore dinamismo e a una maggiore varietà di operatori, offerte e prodotti. Nella valutazione delle opportunità di mercato, ci si concentra su diversi settori tradizionalmente molto regolati o addirittura organizzati come monopoli statali.

In alcuni casi, gli Stati membri hanno iniziato il processo di apertura da soli, come accaduto in Gran Bretagna, pioniera delle liberalizzazioni dell’energia e delle telecomunicazioni, e in Svezia nel settore del trasporto ferroviario negli anni Ottanta. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le liberalizzazioni sono frutto dello sforzo dell’Unione Europea per il raggiungimento di un mercato comune.

Quali sono i risultati principali?
Dal grafico, che mostra il punteggio totale ottenuto da ciascun Paese, si nota come il Regno Unito sia lo Stato che ha registrato un punteggio totale migliore, seguito da Irlanda, Spagna, Austria, Italia e Germania. Il punteggio del Regno Unito è senz’altro un primato e si distingue nettamente dagli altri; al contrario, in coda si trovano Lettonia, Danimarca, Slovacchia, Bulgaria e, infine, Estonia.


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