Dalla settimana prossima quando Carlo Cottarelli tornerà a lavorare negli Usa, al Fondo Monetario, l’Italia non avrà più un commissario alla spending review. «Non spetta a me dirlo, ma probabilmente non ce ne sarà un altro», ha spiegato infatti lui stesso a Milano, durante la Lectio Minghetti organizzata dall’Istituto Bruno Leoni.
Tema: bilancio della spending review. Il lavoro fatto finora non ha deluso Cottarelli, anzi, il commissario arrivato a piedi dalla stazione a Via Toti vuole dare un «messaggio di speranza: sfatiamo il mito che non si può tagliare la spesa pubblica». Con quanto già fatto con lo “Sblocca Italia”, con la riforma della Pa. e la legge di stabilità il risparmio, secondo Cottarelli, sarà tra gli 8 e i 14 miliardi.
Certo però «il processo non è ancora terminato e ci sono grossi ostacoli sulla strada della revisione della spesa». Tra questi la farraginosità nel mettere in pratica le leggi e anche la fatica a essere disponibili a risparmiare in ciascuno dei tre settori della spesa pubblica primaria: beni e servizi, trasferimenti a famiglie e imprese, personale.
«Non si può presumere ha osservato Cottarelli che il numero dei dipendenti pubblici non vada toccato». Questo non significa licenziamenti, ma per esempio la riduzione del turnover. E, per migliorare l’efficienza, lo stipendio di tutti i lavoratori pubblici andrebbe collegato ai risultati.
Da Avvenire, 28 ottobre 2014