“Ora mi aspetto idee creative sulla sicurezza da parte dei sindaci”, dichiarò nel 2008 l’allora ministro degli Interni Roberto Maroni quando presentò il pacchetto sicurezza, che ampliava i poteri dei primi cittadini. E i sindaci hanno preso alla lettera l’invito di Maroni con ordinanze a dir poco bizzarre.
Quello di Saluggia, in provincia di Vercelli, ha proibito il tradizionale lancio del riso durante le cerimonie nuziali per non snaturare “il fine nutrizionale del prodotto”. Al suo posto, “per le esternazioni di augurio nei confronti degli sposi”, il sindaco invita a praticare “il getto di petali di rosa”.
A Venezia è stato vietato il trasporto di mercanzia in grandi sacchi, a Milano ed Aosta è vietato dar da mangiare ai piccioni, a Rapallo il divieto si estende anche alle aree private. A Sanremo è vietato installare antenne paraboliche sui balconi e sedersi sulle scale e tuffarsi dagli scogli. A Capri è proibito usare zoccoli di legno e girare a torso nudo. A Bari il sindaco uscente Michele Emiliano ha sancito il divieto di sostare in piazza “in gruppo superiore a cinque persone, con atteggiamento di sfida, presidio o di vedetta”.
Sono alcuni dei tantissimi provvedimenti raccolti da Lucia Quaglino in un e-book in uscita per Ibl Libri, intitolato “D’amore, di morte e di altri divieti”, che racconta lo strano rapporto tra le ordinanze dei sindaci e la libertà individuale.
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