A 30 anni dalle rivoluzioni di velluto dell’Est Europa, il think tank Istituto Bruno Leoni ha assegnato il suo premio che celebra la libertà all’economista polacco Leszek Balcerowicz. Nel 1989 fu l’uomo chiave delle riforme in Polonia, primo Paese che passò dal comunismo al libero mercato. La NBQ gli ha chiesto come ha fatto.
A 30 anni dalle rivoluzioni di velluto dell’Est Europa, il 18 novembre sera il think tank Istituto Bruno Leoni ha assegnato il suo premio alla libertà all’economista polacco Leszek Balcerowicz. Questo nome è sicuramente meno ricordato rispetto a quello di altri protagonisti di quella stagione, come Vaclav Havel, per esempio, o il suo conterraneo Lech Walesa. Però Balcerowicz è l’uomo-chiave delle riforme in Polonia. E’ stato vicepremier e ministro delle Finanze, nel governo Mazowiecki, il primo guidato da non-comunisti, che ha portato il suo Paese fuori dalla miseria del socialismo reale, adottando un sistema nuovo.
In Occidente la sua riforma rapida dell’economia è stata ribattezzata “terapia shock” ed è tuttora oggetto di un forte dibattito, in cui molto spesso prevale il parere dei suoi avversari. La “terapia shock”, o riforma rapida, consiste nel passare in poco tempo da un sistema pianificato in cui tutto, dalla proprietà dei mezzi di produzione al calcolo dei prezzi, è diretto dallo Stato ad un sistema di mercato in cui la produzione di beni e servizi torna in mani private e i prezzi emergono spontaneamente dall’incontro di domanda e offerta. Nonostante le critiche, i risultati della riforma in Polonia sono lì da vedere: dopo aver vissuto la miseria nera, sotto il regime comunista, è stato il Paese con i più alti tassi di crescita di tutto l’ex blocco sovietico. Tuttora, anche solo vivendo di rendita di quella stagione di riforme, la Polonia è il terzo Paese dell’Ue in fatto di crescita del Pil, dopo Irlanda e Malta. Leszek Balcerowicz è stato successivamente ancora vice premier e ministro delle Finanze nel governo Buzek (1997-2000) e poi presidente della Banca Centrale polacca (2001-2007). Attualmente presiede il think tank For (Civil Development Forum) che ha fondato nel 2007 per studiare e promuovere la libertà (con un occhio di riguardo per la libertà economica).
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