4 Agosto 2023
Il Giornale
Carlo Lottieri
Direttore del dipartimento di Teoria politica
Argomenti / Teoria e scienze sociali
Come bene sa chi conosce anche solo superficialmente le istituzioni rappresentative del nostro tempo (si tratti della Camera dei deputati come del più piccolo consiglio comunale), in linea di massima un ordine del giorno non vale più della carta su cui è scritto. Questo è certamente sgradevole, eppure le cose stanno così.
Di conseguenza non c’è da preoccuparsi di fronte all’approvazione di un testo dell’onorevole Nicola Fratoianni, che con la scusa della «dispersione scolastica» includeva una patrimoniale per chi abbia un patrimonio complessivo (tra beni mobili e immobili) superiore ai 500mila euro.
È facile comprendere per quale motivo l’esponente di Sinistra Italiana abbia inserito nell’ordine del giorno un’imposizione che prende di mira i capitali, penalizzando i ceti medi e alti. Da tempo egli interpreta un classismo che vede nel potere dello Stato assistenziale una tutela degli ultimi e l’artefice di una società meno ingiusta: grazie a ogni forma di redistribuzione. Per le stesse ragioni, però, è indispensabile che quella strada sia evitata: per motivi sia economici, sia giuridici.
Sul piano dell’economia, si sa che gli statalisti di ogni colore sono persuasi che allargare la sfera pubblica a scapito di quella privata sia positivo. Al contrario, se l’Italia non cresce da decenni con gravi conseguenze soprattutto per i ceti più deboli è perché il prelievo tributario è esorbitante, la regolazione soffoca ogni iniziativa e, nell’insieme, l’apparato burocratico non lascia spazio alla libera impresa. Invece che di una patrimoniale, allora, il nostro sistema produttivo avrebbe semmai bisogno di una «contro-patrimoniale»: di una distribuzione a tutti noi privati di larga parte dei beni oggi posseduti e malgestiti dallo Stato e dalle sue diramazioni locali.
Ancor più rilevanti degli argomenti economici, però, sono quelli giuridici. Una patrimoniale è la certificazione del fatto che lo Stato possederebbe ogni cosa e che in ogni momento può sottrarla in tutto o in parte a chi vuole e come vuole. In tal modo s’indebolirebbe ancor più un istituto cruciale in ogni ordinamento liberale, quello della proprietà.
In una società civile chi dispone legittimamente di alcuni beni deve trovare nel diritto una difesa della propria autonomia, di fronte a qualsivo glia abuso o aggressione. La strada della patrimoniale farebbe fare un passo avanti alla politica e farebbe arretrare ancor più il diritto; e da tutto ciò non verrebbe nulla di buono.
Da Il Giornale, 4 agosto 2023