La ricognizione di Capone e Stagnaro (Rubbettino) sulla misura e sulle colpe di sinistra e destra
Nessuno è innocente nell’istruttiva vicenda ricostruita da Luciano Capone e Carlo Stagnaro nel saggio Superbonus. Come fallisce una nazione (Rubbettino). Il responsabile maggiore della voragine aperta nei conti pubblici dallo smisurato sussidio per l’edilizia è ovviamente il governo M5S-PD guidato da Giuseppe Conte, che se lo inventò. Ma la destra diede al Superbonus un «sostegno incondizionato», ricordano gli autori. E anche i tecnici più autorevoli, che pure lanciarono segnali d’allarme, alla fine preferirono lasciar correre. Solo quando la situazione si è fatta insostenibile l’attuale governo è corso ai ripari, ma Fratelli d’Italia, quando era all’opposizione, si era schierata fieramente a difesa di una misura che ha gonfiato il già ingente debito pubblico italiano, con benefici assai ridotti in fatto di crescita economica e di calo delle emissioni.
Se ne possono trarre un paio di conclusioni. La prima è che, nonostante le consuete lamentazioni sul neoliberismo e l’austerità imperanti, in realtà la classe politica italiana di destra e sinistra conserva una mentalità profondamente dirigista e spendacciona. È bastato che l’Ue allentasse i vincoli di bilancio a causa della pandemia perché i nostri governanti attuassero «il più colossale esempio di politica industriale della storia repubblicana» a spese delle future generazioni. La seconda è che interventi del genere tendono a favorire non i meno abbienti, ma le classi medio-alte, più attrezzate a servirsene, per non parlare delle truffe generate dal Superbonus.
Sarebbe tuttavia un errore ritenere che tutto sia colpa dei soliti furbetti. Come scrivono Capone e Stagnaro, «non si può dire che il Superbonus è stato una buona idea applicata male, bensì il contrario: una pessima idea che ha funzionato benissimo».
