Dobbiamo salvare il capitalismo e la società aperta

La morte dell’economia di mercato è stata a lungo un evento tanto previsto quanto esagerato. Forse, però, questa volta è diverso. Per ragioni che hanno poco a che fare con il mercato e molto con il contesto, politico e culturale, nel quale ci troviamo. Dal punto di vista non biologico ma politico, la pandemia somiglia […]

3 Gennaio 2022

Linkiesta

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Diritto e Regolamentazione Teoria e scienze sociali

La morte dell’economia di mercato è stata a lungo un evento tanto previsto quanto esagerato. Forse, però, questa volta è diverso. Per ragioni che hanno poco a che fare con il mercato e molto con il contesto, politico e culturale, nel quale ci troviamo.

Dal punto di vista non biologico ma politico, la pandemia somiglia molto alle tante crisi di cui è costellata la storia degli ultimi due secoli. In esse, è facile individuare un tratto comune. Come ha spiegato in un’importante ricerca del 1987 l’economista Robert Higgs, «lo Stato è cresciuto repentinamente all’arrivo di ogni grande crisi. Dopo che la crisi è passata, il peso dello Stato si è ridotto, anche se solitamente non è tornato ai livelli pre-crisi, o anche solo al livello che avrebbe raggiunto se avesse continuato a crescere al tasso pre-crisi».

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