Navi, porti, aerei e treni fra Europa e Africa la corsa alle grandi reti

I giganti del settore creano network nell'intera catena della logistica

18 Agosto 2022

La Stampa

Argomenti / Politiche pubbliche

Il gioco del 2022 è costruire reti globali integrate di trasporto con navi, aerei, porti, treni, e a fare da aggregatori sono i grandi gruppi marittimi (cargo e crociere). I giganti del mare non si sono fatti spaventare dalla crisi del Covid, hanno continuato a investire come niente fosse negli anni della pandemia, e ora lanciano la volata. Dalle nostre parti c’è la italo-svizzera Msc che vuole acquisire una quota di Ita Airways (l’ex Alitalia) ma non è un caso isolato, fa parte di una tendenza: nella sola Europa i francesi di Cma-Cgm hanno comprato il 10% delle azioni di Air France, e i tedeschi di Hapag-Lloyd sono entrati nel capitale di Lufthansa con il 15%. Se in tanti perseguono questa strategia vuol dire che la multimodalità nei trasporti ha senso, gli operatori ci vedono occasioni di sviluppo. E il gioco non si ferma alle navi e agli aerei, c’è anche molto altro.

Per tornare a Msc, si è già resa proprietaria della compagnia ferroviaria Medway che opera in Italia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Germania, Paesi Bassi e Belgio, e nei mesi scorsi ha acquisito tutte le attività logistiche del gruppo Bolloré in Africa. Quali prospettive si apriranno? Ita Airways porterà con aerei charter i passeggeri fino ai porti africani d’imbarco delle navi da crociera di Msc?

Il gruppo è stato fondato nel 1970 dal napoletano Gianluigi Aponte, che tutt’ora ne è a capo; l’avvio e la crescita sono stati finanziati con capitali svizzeri, mentre in cinquant’anni decine di migliaia di lavoratori sono stati reclutati da Msc in Italia, e soprattutto nella zona sorrentina. Di recente Msc è diventata il primo operatore mondiale nel trasporto marittimo di container, scavalcando la compagnia danese Maersk, mentre il settore crociere, pur essendo importante in assoluto, rappresenta solo una frazione minore delle attività di Msc. Così, almeno, per adesso; ma gli investimenti nelle nuove navi da crociera sono fortissimi e costanti, neanche la crisi del Covid li ha fermati. Dove vuole arrivare Msc?

Al telefono con La Stampa, Andrea Giuricin, economista dell’Istituto Bruno Leoni, dice che la triangolazione Msc-Ita-Lufthansa sarà piena di promesse non solo in sé, ma anche per la sua connessione africana. Nel settore merci, dice Giuricin, «il mercato africano è interessante anche perché si sta liberalizzando, e perché da poco è stato firmato un accordo continentale di libero scambio che moltiplicherà i traffici». «Se il gruppo Lufthansa – incalza Giuricin – con la sua struttura multi-hub, ingloberà Ita, farà di Malpensa il suo hub meridionale per le merci, e di Fiumicino il suo hub meridionale per i passeggeri, con proiezione verso Africa e Sud America. Per adesso Lufthansa è debole in Africa, in confronto a Air France e British Airways, e lo stesso vale per il Sud America. Ma l’accordo Ita-Lufthansa-Msc può cambiare le cose. E l’acquisizione della logistica di Bolloré da parte di Msc creerà un sistema ancora più integrato». Navi e aerei sono complementari: sulle prime navigano merci pesanti e che non hanno fretta, sui secondi volano merci di alto valore o deperibili. Giuricin fa un esempio africano: «Le rose che gli aerei fanno arrivare fresche dal Kenya in Europa».

In che modo questo discorso potrebbe allargarsi dalle merci ai passeggeri? «Fra dieci anni – risponde Giuricin – l’integrazione nave-aereo tra Msc, Ita e Lufthansa potrebbe non solo promuovere il turismo europeo in Africa, ma anche il turismo inter-africano». Conferma Mario Giro, economista, ex viceministro degli Esteri ed esperto d’Africa: «Fra il 2000 e la pandemia (che ha imposto uno stop temporaneo) l’Africa si è sviluppata più dell’Europa. Nonostante guerre e carestie, l’Africa cresce, ospita già ora una classe media di 300 milioni di persone, che saranno sempre di più, e vorranno viaggiare, innanzitutto nel loro continente». Rafforza il concetto Marco Peci, direttore commerciale del tour operator Quality Group: «In Africa lo sviluppo turistico è ancora condizionato dai problemi di sicurezza e dai limiti della logistica, ma il potenziale è enorme, anche in Paesi già aperti, come Algeria, Kenya, Namibia, Sud Africa, e ancora di più in quelli che aspettano di essere davvero scoperti: il Congo è un serbatoio di bellezze straordinario, e così il Ruanda e il Mozambico. Prima o poi anche la Libia e il Mali torneranno accessibili». E le reti integrate aero-navali si preparano con largo anticipo.

Da La Stampa, 18 agosto 2022

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