Evasione fiscale: se siamo di più a pagare, perché non paghiamo di meno?

La lotta all'evasione non è servita granché, se l'obiettivo era abbassare le tasse. Però è stata molto efficiente nello spostare l'attenzione dalla spesa alle entrate

14 Febbraio 2017

IBL

Argomenti / Politiche pubbliche

I comunicati stampa dell’Agenzia delle entrate che plaudono al record di recupero dell’evasione fiscale sono ormai un appuntamento fisso.

Anche nel 2015, e prima ancora nel 2014, l’Agenzia delle entrate aveva annunciato dati senza precedenti con il direttore Rossella Orlandi che aveva parlato di «ennesimo record dopo quello del 2014», in contraddizione rispetto al rapporto della Corte dei conti per l’anno 2015 e precedenti.

Ma la memoria è troppo corta per ricordarsi se davvero l’ultimo anno è stato il migliore di sempre, e passi pure che abbocchiamo alla notizia che il traguardo si sposta più avanti.

Quest’anno, nei 19 miliardi incassati pesano i 4 miliardi della voluntary disclosure, una sorta di condono sui capitali all’estero di carattere eccezionale. Dei 15 restanti, 8 sono somme già dichiarate ma non ancora versate, che non possono essere considerate frutto di attività di controllo sostanziale.

Regole e mondo del fisco sono oscure per chi non è del settore, e passi pure che il governo e l’Agenzia si adagino sulle nostre incompetenze per mettere nel calderone delle somme riscosse voci che con il recupero strutturale e i controlli sostanziali hanno poco a che fare.

Tuttavia, anche in difetto di memoria e competenza fiscale, dovrebbe venire naturale chiedersi come mai, se le somme recuperate all’evasione sono sempre di più, le tasse non diminuiscono in maniera corrispondente.

Basterebbe questa domanda per replicare al fortunato adagio del pagare tutti per pagare meno, che rende inscalfibile come fosse un sacrosanto dogma la lotta all’evasione.

Purtroppo, anni di retorica hanno prodotto i loro effetti. Un termine bellicoso come «lotta» viene usato anche solo per individuare il contribuente indotto in errore nella compilazione del 730. E che dire della figura dell’evasore totale, inesistente come gli untori ai tempi della peste, visto che la maggior parte delle tasse che paghiamo è già incamerata nelle cose che compriamo, usiamo, facciamo?

Additare un nemico in lontananza è un abile strumento di distrazione dai pericoli che abbiamo accanto. La lotta all’evasione non è servita granché, se l’obiettivo era abbassare le tasse. Però è stata molto efficiente nello spostare l’attenzione dalla spesa alle entrate. Se non fosse così, ad ogni annuncio record dell’Agenzia l’ovvia reazione non sarebbe un indistinto plauso, ma una semplice domanda: se siamo di più a pagare, perché non paghiamo di meno?

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