Flat tax, istruzioni per l'uso: che cos'è, come funziona, quanto renderebbe

Per l'IBL, una flat tax al 25% renderebbe il fisco più semplice ed equo

22 Agosto 2022

Affaritaliani.it

Argomenti / Politiche pubbliche

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Il prestigioso Istituto Bruno Leoni di recente ha realizzato un approfondito studio, secondo il quale una flat tax al 25% renderebbe il fisco più semplice ed equo. In questo quadro complessivo il progetto colloca la nuova disciplina dell’Irpef, “trasformata in una imposta sul reddito su base familiare (che si tratti di un matrimonio o di un’unione civile), con un’unica aliquota – pari al 25%, come si è detto – ed una deduzione base di ammontare pari ad euro 7.000 annui nel caso di nuclei familiari composti da un solo adulto (opportunamente incrementati attraverso l’uso di una scala di equivalenza nel caso di nuclei familiari di dimensioni superiori o con diverse caratteristiche)” scrivono gli esperti dell’Istituto Leoni.

La flat tax, secondo lo studio del centro economico Leoni, favorirebbe quella semplificazione fiscale ormai non più rimandabile, rendendo anche la tassazione più equa e sostenibile per imprese e famiglie. A smontare la tesi che la flat tax non rispetterebbe la mancata progressività del carico fiscale, secondo il centrodestra, ma anche secondo molti economisti, primo tra tutti Arthur Laffer – uno dei massimi teorici insieme agli economisti Alvin Rabushka e Robert Hall, di questa legge, consulente economico di Ronald Reagan negli anni 80 – ci sarebbe un’ampia politica di deduzioni, da applicare quelle si progressive, modulate a scaglioni di reddito (fino ad arrivare a zero per i redditi più alti) proprio per ristabilire quel principio di equità garantito dalla costituzione. Ma come sostiene poi l’economista Nicola Rossi, certo non un esponente vicino al centro destra (è stato eletto nel 2001 alla Camera nelle file del centrosinistra), nel nostro attuale sistema fiscale la progressività fiscale varrebbe solo per alcuni di dipendenti o pensionati ma non per tutti. “Parliamo di progressività. Oggi è un concetto che vale solo per i dipendenti e i pensionati che guadagnano tra i 10 e 40 mila euro, a occhio – ha detto -. Il resto del sistema fiscale non è progressivo. Lei ha un casa o 100 appartamenti in affitto, ma pagherà sempre il 21% di cedolare secca. Lei può avere 100mila o 100 milioni investiti Btp e paga sempre il 12,5%. È ridicolo. Le uniche imposte progressive, in Italia, sono quelle per il lavoro. Ci sono 30 mila contribuenti con aliquota massima. Mentre tutto il resto – ciò che genera ricchezza vera – viene tassato con aliquote fisse.”

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