Se la legge di Stabilità non subirà modifiche, il mondo del non profit rischia di finire travolto sotto i colpi di un inasprimento fiscale che mal si concilia con la volontà espressa dal premier, Matteo Renzi, di tutelare il terzo settore. A dispetto delle buone intenzioni, Onlus e fondazioni bancarie possono ritrovarsi la strada lastricata per l’inferno. Una via senza ritorno.
Anche perché le misure positive introdotte vengono più che controbilanciate da quelle negative. Fino al punto da far dire all’Istituto Bruno Leoni, che al tema ha dedicato questo Focus concesso in esclusiva a il Giornale, che «questa è la volta buona per far scomparire definitivamente» il settore.
Di buono c’è che viene reso finalmente strutturale il 5×1000 dell’Irpef, con un tetto stabilito di 500 milioni di euro l’anno. Sempre che, come già accaduto in passato per aiutare i malati di Sla, il contributo non finisca nel calderone di qualche finanziamento d’emergenza. Poi, ci sarebbe anche la norma che alza il tetto, dagli attuali 2.065 a 30mila euro, della quota detraibile per le donazioni. In realtà, l’aliquota è rimasta ferma al 26% e le offerte non potranno avvenire in contanti, ma solo con mezzi di pagamento tracciabili. Secondo l’analisi, questo impianto avrà un effetto immediato: ridurrà il ricorso alla cosiddetta agevolazione del «più dai meno versi», cioè quella della deducibilità al 10% fino a 70mila euro. È verosimile che ad avvantaggiarsene saranno le Onlus più piccole, proprio in ragione del fatto che, non disponendo di una contabilità a partita doppia, non possono usufruire del «più dai meno versi». Probabile invece che perle organizzazione più articolate non cambi nulla.
Ma il capitolo più controverso, quello che ha già sollevato le critiche delle Fondazioni bancarie, riguarda l’incremento delle tassazione sui dividendi incassati dagli enti non commerciali. Se oggi solo il 5% di questi utili è assoggettato a tassazione, le modifiche introdotte innalzano questa aliquota al 77,74%. «Applicando il nuovo regime spiega l’Istituto Bruno Leoni , a parità di dividendo erogato, la riduzione percentuale del residuo netto disponibile a seguito del pagamento di maggiori imposte si assesterebbe intorno al 20%». In questo modo le Fondazioni bancarie, tra i principali sostenitori del non profit, avranno a disposizione meno risorse da canalizzare verso le attività impegnate nel sociale. Di recente, l’Acri guidata da Giuseppe Guzzetti ha stimato in un 30% la contrazione che potrebbero subire le erogazioni per il terzo settore.
Anche il capitolo sul costo del lavoro merita attenzione. La legge di Stabilità 2015 prevede che gli enti non commerciali siano ancora tenuti al pagamento dell’Irap sull’intero costo del lavoro dei dipendenti assunti a tempo indeterminato; al contrario, sono detassate le attività commerciali. Il risultato? «Una probabile riorganizzazione degli enti del terzo settore commenta lo studio , che sposteranno la propria forza lavoro su quest’ultimo tipo di attività, ai fini di un (consistente) risparmio fiscale».
Da Il Giornale, 15 gennaio 2015