Sta per aprirsi una nuova stagione di liberalizzazioni. Il governo, infatti, sta mettendo a punto un pacchetto di interventi in vari settori, a cominciare dai servizi postali e dalle parafarmacie.
A darne l’annuncio, ieri, è stata proprio la ministra dello Sviluppo economico Federica Guidi, intervenuta alla presentazione dell’indice dell’Istituto Bruno Leoni sulle privatizzazioni: «Ci accingiamo, sulla base delle indicazioni dell’Antitrust, ad emettere una proposta di legge pro-concorrenza che nelle prossime settimane saremo pronti a presentare formalmente».
I “temi” sul tavolo della ministra sono principalmente quello delle parafarmacie, appunto, «importante da affrontare», e delle Poste, ancora in fase di valutazione. «Molti dei temi che finiranno nella legge annuale sulla concorrenza, sono gli stessi già contenuti della proposta dell’Antitrust», ha aggiunto Guidi. Il dossier, insomma, sebbene non ancora perfezionato, è a un buono stadio di avanzamento: «Serve ancora qualche giorno per fare ancora alcuni passaggi. Il ministero ha già pronta una bozza del provvedimento che, nelle prossime settimane, condivideremo a livello di governo».
Tutto sarebbe pronto, dunque, mancherebbe solamente la rifinitura dei dettagli. Per non rischiare il flop. «Questo governo crede nella cifra positiva che hanno le liberalizzazioni. Parlare di liberalizzazioni e concorrenza è un modo per puntellare sempre di più gli strumenti per creare crescita e occupazione, rispetto alle quali c’è un effetto di trascinamento. Significa anche creare nuove opportunità di fare impresa». Come, ha osservato la ministra, parallelamente serve «agire sulla deregulation, lavorare perché si semplifichi questo sistema di regole e restrizioni».
Un quadro in cui il Piano Junker sugli investimenti rappresenta «un tassello importante cui l’Italia ha dato un contributo fondamentale», perché «gli investimenti sia pubblici sia privati sono essenziali per spingere la crescita: questo è un tassello di un puzzle complesso ma molto molto importante». E ha aggiunto, riferendosi all’allarme lanciato presidente della Bce Mario Draghi sulla crescita dell’Eurozona: «Le misure della Bce sono importanti ma non possono bastare».
Via libera, dunque, alle liberalizzazioni. Secondo l’indice presentato ieri, nella classifica dei paesi più liberalizzati, scelti tra i quindici Stati membri del nucleo storico della vecchia Europa, l’Italia si è piazzata soltanto undicesima.
Da Il Secolo XIX, 28 novembre 2014