I dati smentiscono il premier: Meridione rovinato dallo Stato

La denuncia sui preconcetti verso il Mezzogiorno ignora i danni creati dalla spesa pubblica

16 Maggio 2022

Il Giornale

Carlo Lottieri

Direttore del dipartimento di Teoria politica

Argomenti / Politiche pubbliche

Intervenendo a Sorrento per illustrare gli stanziamenti al Sud previsti dal Pnrr, il premier Mario Draghi ha sostenuto che «l’evoluzione delle politiche pubbliche per il Meridione è spesso rappresentata come una successione di inevitabili sprechi e fallimenti. La storia economica del Sud nel Secondo Dopoguerra è però più complessa di come raccontano questi pigri pregiudizi».

Quanto Draghi ha detto è grave e non promette nulla di buono, poiché da analisi sbagliate non possono venire soluzioni adeguate. E se il presidente del Consiglio nega che i pregiudizi universalmente accettati sul disastro economico del meridionalismo siano giustificati da un fallimento ormai certificato, è assurdo aspettarsi che le iniziative attuali possano essere all’altezza. E infatti non lo sono, dato che replicano interventi d’impronta statalista, ignorando che si deve ridurre la sfera d’intervento pubblico, liberalizzare il mercato del lavoro, ridurre i posti pubblici, operare una piena autonomia fiscale e di bilancio.

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