Per quasi trent’anni giudice della Corte suprema statunitense, Antonin Scalia (1936-2016) è stato tra i giuristi più noti e influenti al mondo.
La sua fama è legata all’elaborazione e alla difesa di un particolare metodo di interpretazione giuridica conosciuto come «originalismo» o «testualismo», in forza del quale le leggi – compresa la Costituzione – devono essere interpretate secondo il significato che alle loro parole avrebbe attribuito un cittadino medio al tempo della promulgazione.
Questa impostazione tecnica è retta da una precisa opzione politico-culturale: il giudice deve applicare la legge per come è, e non per come vorrebbe che fosse, perché spetta al popolo la responsabilità di determinare il corso del rinnovamento sociale. Il libro mira a soddisfare due scopi. Il primo è descrivere la judicial philosophy di Scalia, ossia i metodi interpretativi e le dottrine costituzionali che egli ha coltivato per tutta la vita, dal momento che è necessario conoscere nella loro interezza le sue idee sul ruolo del giudice nella società, prima di formarsi un’opinione compiuta sulla loro correttezza.
Il secondo è verificare quali peculiari aspetti del pensiero di Scalia possano essere di utile impiego all’interno del contesto italiano, affinché la conoscenza dell’autore non resti fine a se stessa, ma possa invece costituire il lievito di una specifica proposta giuridica e culturale.