Nell’imminenza della definitiva rottura tra Inghilterra e colonie americane, Edmund Burke interviene in Parlamento per illustrare il suo piano di riconciliazione con le colonie nordamericane.
Con il Discorso sulla mozione di conciliazione con le colonie americane, infatti, questo grande interprete della cultura whig prova a evitare ogni conflitto: «La proposta è la pace. Una pace che non passi attraverso lo strumento della guerra; una pace che non si deve cercare nei labirinti di intricate e lunghissime trattative; una pace che non trae origine dalla discordia universale fomentata in tutte le parti dell’impero come se fosse la regola; una pace che non sia determinata dalla definizione giuridica di questioni incerte o dalla precisa delimitazione di confini fumosi della competenza in un governo complesso».
Per Burke, essere dalla parte delle colonie significa difendere il meglio della tradizione inglese, perché «è lo spirito della Costituzione inglese, che, instillato in questa imponente massa, invade, alimenta, unisce, corrobora, rende più vitale ogni parte dell’impero, anche nella sua più piccola estremità». I contemporanei non seppero comprendere la saggezza di tali parole, ma questo discorso ci trasmette oggi il senso profondo di un tentativo generoso e la solidità di una grande tradizione di pensiero.