In questo celeberrimo saggio del 1962, Michael Oakeshott definisce la filosofia del razionalismo politico moderno, orgogliosamente persuasa di poter fondare ogni analisi su una pregiudiziale avversione a qualsivoglia autorità e tradizione.
L’ossessione per la perfezione e per l’uniformità segna in profondità quest’atteggiamento, che si basa sulla celebrazione della conoscenza “tecnico-scientifica” e sulla totale svalutazione di quella “pratica”.
La dimensione ideologica e semplificatoria della vita pubblica nell’età moderna – con tutte le sciagure che ciò ha comportato – è figlia di tale visione generale. I maggiori temi di discussione vengono così trattati in modo semplicistico e banalizzante, e sono esaminati soltanto sotto il profilo tecnico: cioè nell’assoluta incapacità di intuirne la complessità.