Negli scritti di Bruno Leoni la questione del lavoro torna a più riprese, a dimostrazione del fatto che egli vede nel declino della libertà contrattuale il segno preciso di un’epoca nella quale la pianificazione statale sostituisce progressivamente l’economia di mercato
Negli scritti di Bruno Leoni la questione del lavoro torna a più riprese, a dimostrazione del fatto che egli vede nel declino della libertà contrattuale il segno preciso di un’epoca nella quale la pianificazione statale sostituisce progressivamente l’economia di mercato, e in cui l’istituto stesso del contratto è marginalizzato e svuotato di significato.
In queste pagine risulta chiaro come Leoni voglia liberare i lavoratori e gli imprenditori da ogni tutela interessata, affinché possano ricercare le soluzioni che a loro più aggradano e che sono meglio in condizione, soprattutto, di favorire la massima soddisfazione dei destinatari della loro cooperazione: i consumatori. Ma la battaglia dello studioso torinese è in primo luogo volta a tutelare e salvaguardare la dignità degli uomini, che non possono essere oggetto di provvedimenti arbitrari, non devono subire imposizioni politiche e sindacali, non vanno privati della loro dignità di persone in grado di scegliere e decidere.