Economista di scuola austriaca che fu allievo di Ludwig von Mises, Murray N. Rothbard ha dedicato la propria esistenza all’elaborazione di una riflessione teorica a largo raggio che potesse sostenere il progetto di una società integralmente libertaria, dove non c’è più spazio per il potere dello Stato e le istituzioni sono il risultato di logiche di mercato.
Nei due saggi qui riuniti (“Anatomia dello Stato”, del 1965, e “Giustizia e diritti di proprietà”, del 1974) lo studioso americano offre gli elementi essenziali della sua riflessione.
Nel primo scritto, una vera e propria denuncia dell’illegittimità delle istituzioni coercitive, Rothbard evidenzia come un’analisi realista dello Stato conduca inevitabilmente a condannare un potere essenzialmente parassitario, destinato a minare le basi della crescita civile ed economica, orientato a moltiplicare i conflitti sociali e a produrre guerre.
Nel saggio sulla giustizia Rothbard mostra invece come una prospettiva liberale debba basarsi non su una difesa meramente utilitaristica di proprietà e scambio, ma sulla comprensione che una società orientata verso il rispetto dell’altro e delle sue prerogative non possa ignorare questi istituti.
In due saggi del grande studioso libertarian, gli elementi essenziali della sua concezione dello Stato e della libertà