La democrazia è il governo da parte del popolo, ma può funzionare se il popolo ignora cosa fanno i governanti?
Uno dei maggiori problemi delle democrazie contemporanee riguarda proprio la scarsa preparazione dei cittadini, che non sono attrezzati per esaminare con cognizione di causa il contenuto delle decisioni politiche. Ciò è spesso la semplice conseguenza di un comportamento razionale: molti comprendono che il loro voto non può cambiare l’esito di un’elezione e pertanto non sono incentivati a informarsi sulla politica. Inoltre l’attività dello Stato è sempre più pervasiva e complessa: è pressoché scontato che gli elettori saranno incapaci di valutare le iniziative dei loro rappresentanti quando riguardano questioni sulle quali non hanno strumenti per maturare opinioni consapevoli.
Ilya Somin ragiona su cause ed effetti dell’ignoranza politica. Le persone prendono decisioni migliori e più consapevoli se percepiscono in maniera evidente che la loro scelta avrà ricadute dirette sulla propria vita: come avviene per le decisioni che assumono, da consumatori, sul mercato.
Per avere cittadini più informati, bisogna allora immaginare uno Stato più decentrato e meno complesso, più localizzato e meno pervasivo di quanto non lo sia oggi: “Il governo che governa meno non è sempre il migliore sotto ogni aspetto. Però è la forma di democrazia meno vulnerabile all’ignoranza politica. Il controllo democratico dello Stato funziona meglio quando c’è meno Stato da controllare”.