Nella prospettiva di Ernesto Rossi, il tema del “lavoro” è sempre stato centrale. L’inquadramento teorico del lavoro stesso (la risposta alla domanda “che cos’è, o meglio, cosa rappresenta il lavoro?”) è uno dei campi di battaglia privilegiati dello scontro tra Rossi e i sostenitori di quelle dottrine che mirano a sopprimere la libertà in nome di valori “altri”.
Gli scritti di Rossi riproposti in questo libro hanno come bersaglio polemico soprattutto due visioni del lavoro: la prima di natura economica, per la quale il lavoro è l’unità di misura del valore di ogni oggetto e prestazione; la seconda di natura giuridica, per la quale il lavoro è un diritto fondamentale. Alle teorie del “valore-lavoro” e del “diritto al lavoro” l’intellettuale casertano risponde con argomentazioni pratiche e di natura liberista, volte a smontarne i presupposti.
L’antologia dei testi è anticipata da un saggio introduttivo di Gianmarco Pondrano Altavilla.