Le analisi degli economisti seguono le mode? I fuochisti della vaporiera, che Sergio Ricossa scrisse nel 1978, è un viaggio alla scoperta delle principali tendenze succedutesi nel secolo scorso: da quella “liberale” a quella “eurocomunista”, passando per quelle “keynesiana”, “della programmazione” e “sindacale”.
Il libro passa in rassegna gli entusiasmi, più o meno temporanei, che hanno condizionato il pensiero degli economisti. Proprio questa rassegna conduce a un certo scetticismo sulle capacità e sulle virtù degli economisti quali consiglieri del principe.
Secondo Ricossa, che sia “chiara od oscura” ogni economista ha “una sua filosofia della vita di un tipo o dell’altro”, da cui deduce anche il proprio modo di sentire l’economia e impostarne i problemi. In questo non c’è nulla di male, a condizione che le preferenze personali non vengano contrabbandate al grande pubblico come “scienza” e che proprio questa “scienza” non venga utilizzata per indirizzare e limitare la libertà dei singoli.
Classe 1927, Sergio Ricossa si laurea in Economia nel 1949 a Torino, Università nella quale ha svolto la sua intera carriera accademica e di cui è professore emerito. Nel 1961 è professore incaricato di Politica Economica e finanziaria disciplina della quale diventa ordinario nel 1963.
Ricossa è membro della Mont Pélerin Society, di cui è stato Vice Presidente ed alla quale è stato introdotto da Bruno Leoni, Accademico dei Lincei e socio dell'Accademia di Agricoltura di Torino. Ha collaborato e collabora a importanti riviste scientifiche e a vari quotidiani, tra i quali La Stampa e Il Giornale. In quelle sedi, ha tenuto alta la fiaccola della libertà in anni bui nei quali le parole "proprietà" e "mercato" sembravano non meritare che aspre accuse.
La sua attività scientifica prende avvio da ricerche di econometria, da cui però viene deluso sul piano metodologico. È in un serrato confronto con il “costruttivismo” prevalente nella scienza economica (Ricossa studierà approfonditamente, e demolirà, soprattutto la teoria di Sraffa), che Ricossa sviluppa interesse e attenzione per i grandi temi del liberalismo.
Oltre ai numerosi lavori scientifici ed al monumentale Dizionario di Economia edito dalla UTET (Premio Presidenza della Repubblica), oggi alla terza edizione, da segnalare è soprattutto La fine dell'economia (Sugarco, 1986), saggio nel quale Ricossa "regola i conti" col demone del “perfettismo”.
Accanto alla rigorosa attività scientifica, di importanza non certo minore è stata la sua predicazione di polemista e divulgatore delle idee liberali. Per Indro Montanelli, c'è nel Ricossa scrittore “del Montaigne, del Voltaire, del Renard”. Non sono state solo la sua prosa, inimitabile e leggera, pacata eppure sempre graffiante, né la sua cultura, di stampo anglosassone e geneticamente anticonformista, anche nell'Italia dei signorsì, a valere a Ricossa l'affetto e la gratitudine di una generazione di studiosi liberali. Ma soprattutto la sua immensa umanità, la sua cortesia, la sua attenzione, il suo affetto sincero per lo studio e l'apprendere.
I suoi settacinque anni sono stati festeggiati con un convegno a Torino e un libro, Il coraggio della libertà. Saggi in onore di Sergio Ricossa (Rubbettino, 2002), curato da Enrico Colombatto e Alberto Mingardi. È possibile leggere online ampi stralci dell'introduzione. Parte della sua Biblioteca è a disposizione degli studenti grazie a una donazione al CIDAS di Torino, dove è affiancata alla biblioteca di Bruno Leoni.
Di Sergio Ricossa, l'Istituto Bruno Leoni ha ripubblicato La fine dell'economia, con l'editore Rubbettino, e Straborghese, con IBL Libri.
Sergio Ricossa è stato Presidente Onorario dell’Istituto Bruno Leoni dal 2003 al 2011, quando ha sospeso tale forma di collaborazione con l’Istituto per motivi di salute.
L'Istituto Bruno Leoni si ispira e si continuerà ad ispirare al suo esempio, nelle sue iniziative per la libertà individuale e di mercato.