I saggi, interventi e discorsi raccolti in questa antologia vogliono restituire al pubblico, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, l’Einaudi (volutamente) dimenticato: un Einaudi liberista, anti-keynesiano, esaltatore del risparmio privato e nemico del collettivismo
Luigi Einaudi è indubbiamente una tra le figure di maggior prestigio della cultura italiana del Novecento. Insigne economista, eminente uomo di Stato, influentissimo editorialista dei principali quotidiani del paese, viene spesso esaltato quale esempio di onestà, competenza e rigore morale. Eppure, al medesimo tempo, continua a condividere il triste destino che accomuna i liberali italiani d’ogni tempo: molto citati, generalmente apprezzati (anche dagli avversari), talvolta osteggiati, ma sempre scarsamente letti e ancor meno compresi.
I saggi, interventi e discorsi raccolti in questa antologia hanno l’ambizione di invertire una simile tendenza, cercando di gettar luce su alcuni aspetti non troppo noti del suo pensiero. Con il proposito di restituire al pubblico, a cinquant’anni dalla sua scomparsa, l’Einaudi (volutamente) dimenticato: un Einaudi liberista, anti-keynesiano, esaltatore del risparmio privato e nemico del collettivismo.
Una serie di scritti, insomma, che coglie il lamento di un intellettuale liberale di prim’ordine, convinto che la società viva e prosperi solo se ad essa viene garantito il più ampio spazio di autonomia, al riparo dell’invadenza dei poteri pubblici e degli interessi settoriali. Una posizione scomoda e solitaria, sostenuta con coerenza e convinzione anche quando l’evoluzione del nostro paese imboccò sentieri diversi e assai meno felici.