Una parte significativa della ricerca intellettuale condotta da Bruno Leoni ha riguardato lo sviluppo del pensiero politico moderno e, in particolare, la prospettiva teorica liberale. Anche nei suoi stessi testi di filosofia del diritto, d’altra parte, Leoni ha sempre prestato attenzione alla storia e anche alla storia delle idee. In una fase della vicenda intellettuale che assisteva al prevalere di orientamenti analitici (orientati verso un formalismo che non lasciava molto spazio all’analisi storico-culturale), Leoni ha continuato a difendere una diversa vocazione dello studioso, spinto in ciò dalla sua curiosità e anche dalla consapevolezza che non si capisce il dibattito odierno senza un’attenta riflessione sul passato.
Al cuore dei testi qui riuniti c’è, quasi sempre, una netta tensione tra Stato e mercato, intervento pubblico e libertà individuale. Come sottolinea Luigi Marco Bassani nel suo ampio saggio introduttivo, «la ricostruzione di tutta la politica attraverso lo Stato e la conseguente restrizione degli ambiti di autonomia individuale è il problema e non la geniale soluzione moderna – oppure l’unica possibile – al dilemma dell’ordine politico». Per Leoni, quindi, lo Stato è da porre sul banco degli imputati ed è comunque la fondamentale questione di ogni discussione sulla modernità politica.
A partire da qui è possibile comprendere il senso più autentico delle sue analisi sul nazionalismo, sul socialismo e su Marx, sul sindacalismo e soprattutto sul liberalismo, ai cui diversi orientamenti e ai maggiori autori (tra cui Benedetto Croce a Luigi Einaudi, per limitarsi agli italiani) dedica pagine di notevole interesse, nelle quali esprime la convinzione che non ci può essere libertà per gli uomini senza libero mercato. Questo appare chiaramente nel più ampio dei lavori qui riuniti – “Il pensiero politico e sociale dell’Ottocento e del Novecento”, del 1953 – ma anche in testi in apparenza minori, come quello volto a criticare una supposta distinzione tra libertà “occidentale” e “orientale”, dove riafferma una visione universale della libertà individuale, radicata nella comune appartenenza al genere umano.