Nelle dichiarazioni Irpef 2017, le detrazioni e deduzioni valgono 112 miliardi, più 2,5% rispetto a quelle 2016, secondo Italia Oggi.
Si ripete spesso che il sistema fiscale è una selva di spese fiscali.
Quanti sono al corrente che le spese per il compenso pagato agli agenti immobiliari per l’acquisto della prima casa sono detraibili? E perché lo sono specificamente le donazioni alla Società di cultura «La Biennale di Venezia»? E chi, se non con l’assistenza di un paziente commercialista, accede alla detrazione per alimenti destinati a fini medici speciali, dopo aver appreso che quelli da lui acquistati sono nell’elenco dei 1300 riconosciuti dal governo? Quanti sanno che l’acquisto di un forno a microonde, se destinato a un immobile appena ristrutturato, è detraibile?
Eppure, nonostante la difficoltà di comprendere quali siano le possibilità di riduzione dell’imposta e della base imponibile e di districarsi tra tetti massimi, limiti temporali e percentuali, il loro peso sul totale delle imposte sul reddito pagato è, a quanto pare, aumentato.
Perché? Facciamo qualche ipotesi. In primo luogo, dal momento che la tipologia di spese fiscali è aumentata, lo è anche il loro valore complessivo: accanto a benefici strutturali tradizionali come gli sgravi per familiari a carico o le detrazioni per reddito da lavoro o pensione, negli ultimi anni, tra ristrutturazioni, efficientementi energetici e persino rifacimenti di giardini e terrazzi, le occasioni per portare in detrazione o deduzione qualche spesa sono verosimilmente più di prima. Inoltre, è anche possibile che il contribuente, negli anni, si sia fatto più scaltro: di fronte a una pressione fiscale come quella che subiamo, val bene perdere un po’ di tempo o affidarsi a bravi professionisti per ricostruire tutte le ipotesi in cui qualche euro speso può aiutare a pagare meno.
Per l’uno e l’altro motivo, sarà sempre più difficile uscire da questo intasamento. I tentativi pur frequenti (da ultimo, una delega al governo per la riduzione delle spese fiscali) rischiano di essere solo propaganda laddove conviene. Il fatto è che conviene molto di più tenere, e magari aumentare, le spese fiscali. Chi le introduce (e le mantiene) vi guadagnerà (e manterrà) un facile e immediato consenso politico. Chi ne beneficia avrà l’illusione di pagare di meno. Un’illusione, appunto, perché il costo complessivo dei miliardi spesi in briciole frammentate di agevolazioni fiscali ricade, alla fine, su tutti.
10 aprile 2018