Dopo la biografia intellettuale Ayn Rand e il fascismo eterno. Una narrazione distopica (2021), l’Istituto Bruno Leoni pubblica questa introduzione al pensiero della scrittrice e pensatrice russa di nascita ma dallo spirito profondamente americano (prese la cittadinanza nel 1931).
Nata a San Pietroburgo nel 1905, in una famiglia ebrea e borghese nella Russia zarista, Alisa Rosenbaum sperimentò in gioventù l’inferno collettivistico-totalitario contro cui si batté coerentemente per tutta la vita. Il contesto in cui crebbe, come sottolinea Stefano Magni, è cruciale per capire le posizioni di colei che si autodefiniva “radicale per il capitalismo”. Infatti, i Rosenbaum patirono sulla propria pelle la metastasi della Rivoluzione d’ottobre. La farmacia di famiglia venne nazionalizzata, causando la frustrazione e il disprezzo perpetuo, da parte di Rand, nei confronti dello stato percepito come istituzione radicalmente nemica dell’individuo e della sua libertà.
Dopo aver studiato alla facoltà di Pedagogia sociale, Rand si dedicò alla passione per il cinema iscrivendosi, nel 1925, all’istituto tecnico per le arti cinematografiche (lo pseudonimo Ayn Rand venne adottato per la prima volta in questo periodo). L’anno seguente, si trasferì negli Stati Uniti, senza mai fare ritorno in Russia.
Rand iniziò presto a pubblicare alcune delle sue opere letterarie, a sfondo etico-politico, più celebri. Noi vivi nel 1936, Antifona nel 1938, mentre successivamente saranno pubblicati La fonte meravigliosa (1943) e La rivolta di Atlante (1957). In tutti i romanzi emerge con nitore, come lo sarà anche per volumi specificamente filosofico-politici – è il caso di La virtù dell’egoismo (1964) e Capitalismo, l’ideale sconosciuto (1966) – il carattere di intransigenza assoluta nei confronti della causa della libertà e della creatività umana.
Come farà dire al protagonista della Fonte meravigliosa, l’architetto Howard Roark, il vero uomo, caratterizzato dall’uso illuministico della ragione e dall’afflato per l’affermazione della propria individualità, si oppone all’uomo-massa conformistico e moralmente inerte: “Nulla è dato all’uomo sulla Terra. Ogni cosa di cui ha bisogno deve essere prodotta. E qui l’uomo fa fronte a un’alternativa fondamentale: egli può sopravvivere in uno solo di due modi: per mezzo del lavoro indipendente della propria mente o come parassita della mente altrui. Il creatore agisce. Il parassita acquista”.
Come ricorda Magni, al carattere forte di Rand si accompagnava, forse da inevitabile contraltare, un certo dogmatismo. La stessa Rand non riconosceva debiti intellettuali – eccezion fatta per Aristotele e San Tommaso – così come tacciava i libertari di essere plagiatori delle sue idee. Creò inoltre un suo circolo intellettuale dal quale venne financo espulso Murray Rothbard, pensatore anarco-capitalista, a causa della sua incompatibilità con la filosofia oggettivista randiana.
Stefano Magni, Ayn Rand, Torino, IBL Libri, 2022, 174 pp., 14 euro
da Il Foglio, 2 marzo 2023