Intuizioni e disincanto di Pareto

Il marchese che mostrò al Novecento gli orizzonti della libertà

29 Agosto 2023

Il Foglio

Alberto Mingardi

Direttore Generale

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Moriva cento anni fa il più grande scienziato sociale italiano. Avvocato del libero scambio e lucido osservatore delle élite politiche, più di tutto lo irritava il bavaglio alle opinioni

Nel 1833, la Giovine Italia, nata da poco, organizza una serie d’insurrezioni nel Regno di Sardegna. Sembra godere d’ampie simpatie, soprattutto fra i soldati. Ma viene stroncata sul nascere, i suoi leader finiscono davanti ai tribunali militari, qualcuno pure condannato a morte. Certi fatti sono piccoli nella storia ma grandi per un individuo. L’individuo in questione non è ancora nato ma suo padre è un cadetto del Genio, ha appena concluso studi di carattere tecnico-scientifico, se non fosse per la politica, accidenti, diventerebbe ufficiale per forza delle cose. Intimorito dalle conseguenze dei suoi stessi slanci, Raffaele Pareto, genovese, figlio del marchese Gian Benedetto e di Aurelia Spinola, ripara in Francia. Eccesso di zelo: re Carlo Alberto userà la mano leggera coi rivoltosi genovesi. Ma tant’è, le valigie ormai eran fatte.

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