«Fare la guerra agli algoritmi, che sono semplicemente dei sistemi di revenue management utilizzati da anni in ogni settore, è una decisione donchisciottesca. È un meccanismo utilizzato da tutte le compagnie, è il mercato, accettiamolo».
Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all’Università Bicocca, ricercatore dell’istituto Bruno Leoni, non è convinto dell’efficacia della proposta dell’Enac al governo.
«Piuttosto che imporre alle aziende di pubblicare i prezzi in anticipo si potrebbero studiare altre strategie per tutelare alcune categorie specifiche, come residenti, lavoratori e studenti. E poi favorire la concorrenza in modo che il mercato si autoregoli con i prezzi» spiega. Inoltre, aggiunge, « il revenue management è il motivo per cui gli aerei sono sempre pieni e permette di offrire un prezzo medio più basso».
Le cause dei rincari, secondo Giuricin, non vanno ricercate nell’ingordigia da profitto delle compagnie aeree. «I prezzi sono aumentati perché per le compagnie sono aumentati i costi, a partire dal fuel». È vero, prosegue il ricercatore, «che oggi il prezzo del carburante rispetto ad un anno fa è sceso del 25% ma le compagnie comprano il carburante con 9-12 mesi di anticipo. Questa variabile incide sul 40% dei costi complessivi. Inoltre la domanda è ai massimi storici e allo stesso tempo molte compagnie non riescono a stare al passo con il ricambio del parco mezzi dato che le consegne patiscono ritardi».
Tuttavia, aggiunge, c’è margine di manovra per tutelare i consumatori. «Per determinate rotte si potrebbe decidere uno sconto fisso per i residenti a carico dello Stato. In Spagna chi vive nelle isole ha uno sconto diretto del 75%, a prescindere dalla stagione. Inoltre, anche in un’ottica di continuità territoriale, si possono studiare certificazioni per chi si sposta per lavoro o per studio e avere gli stessi sconti».
E tutti gli altri, ad esempio i turisti? «Si adattino al mercato».
Da La Stampa, 31 luglio 2023