Le imprese editoriali sono imprese, e come tali hanno tutto il diritto di scegliere cosa pubblicare e cosa no. Questo lo sa, per primo, Oscar Giannino, che è parte della storia e del presente di questo Istituto e con il quale noi che lo animiamo abbiamo rapporti troppo stretti per essere obiettivi circa i suoi talenti, che pochi non sono. Ma se è completamente legittimo che il suo attuale editore decida di cambiare la programmazione radiofonica per il prossimo anno, scegliendo di fare a meno di Oscar, a inquietarci è in realtà qualcosa d’altro: che Oscar non abbia già una collocazione alternativa, come dovrebbe essere inevitabile per chi, da anni, viene premiato, e in modo tutto fuorché marginale, dagli ascolti e dall’attenzione, dall’affetto persino, di chi lo segue. Il grande successo dell’hashtag #iostoconOscar e una petizione con quasi 31.500 firme per mantenerlo on air: tutto questo testimonia un’attenzione e un affetto che vanno ben oltre i confini della comunità dei liberisti.
La vicenda di Oscar Giannino, diciamolo, sarebbe una normale faccenda di carattere editoriale, in un contesto diverso. In un Paese, cioè, dove valesse il monito del senatore democratico Daniel Patrick Moynihan: ciascuno ha diritto alle proprie opinioni, ma non ai propri fatti. L’Italia di oggi è però su tutt’altra strada. La discussione ponderata, ancorata a qualsivoglia dato empirico, è sempre più rara. La carta stampata, che certamente non è esente da colpe, vive una crisi di lungo periodo e ha numeri che si assottigliano ogni mese di più. Che si sia di destra o sinistra, liberali o statalisti, tutti dovremmo sapere almeno una cosa: che non c’è nessuna ragione per fidarsi a prescindere di chi ci governa, e che un’opinione pubblica attiva e informata serve precisamente a tenere il governo sulla corda. Oggi Oscar Giannino è fra i pochissimi a fare proprio quello, a produrre informazioni e argomenti sulla base dei quali le persone possono ragionare, formarsi un’opinione, decidere di chi fidarsi e di chi no. Questo è un servizio prezioso per tutti, amici e avversari politici di Oscar. Come in molti altri casi, sarebbe auspicabile che anche questo servizio fosse offerto in condizioni di più intensa concorrenza. La sua solitudine rende Oscar Giannino ancora più prezioso. Speriamo che l’Italia editoriale se ne accorga, e meglio prima che poi.
23 luglio 2019