La risposta sta nel nuovo DEF, ed è per molti versi sorprendente: non li tireranno fuori da nessuna parte. Semplicemente, la manovra non sarà coperta; almeno metà di quell’importo verrà da un semplice, esplicito, sfrontato aumento del deficit pubblico, e quindi del debito.
I numeri sono presto detti. Come il Governo stesso ci dice, in assenza di interventi nel prossimo anno il deficit sarebbe pari al 2,2% del PIL; ma il Governo si ripromette di fare alcune cose, e queste cose, proprio perché non saranno come si dice in gergo “coperte”, porteranno il deficit al 2,9% del PIL.
Tre considerazioni.
La prima è piuttosto imbarazzante; qualcuno ricorderà i tweet con i quali Renzi annunciava trionfalmente che si erano trovate le coperture per il bonus di 80 euro mensili concesso a 10 milioni di lavoratori dipendenti; ebbene, il peggioramento del deficit pubblico registrato nel 2014 e quello annunciato per il prossimo anno sono pari al costo di quel bonus, anzi per il 2015 con qualcosa di più. I tweet non bastano a trovare le coperture di finanza pubblica.
La terza riguarda la promessa, indirizzata ai cittadini tutti e in particolare alle giovani generazioni, che la politica avrebbe smesso di caricare sulle loro spalle un ulteriore debito pubblico. Sembra un secolo fa, ma son passati neanche tre anni da quando riformammo con tutta la solennità del caso la nostra Costituzione approvando una norma intitolata al pareggio di bilancio. Abbiamo scherzato.
Dopo aver detto della sorpresa suscitata dal veder tirar fuori dal cilindro il coniglio dell’aumento del deficit, non si può però fare a meno di notare che il trucco è antico, e che siamo noi quelli a sbagliare ad esser sorpresi. Pensando a quel 40 e rotti per cento guadagnato da Renzi nelle elezioni europee dopo l’approvazione del bonus di 80 euro oggi rivelatosi non coperto, parafrasando quel che Bill Clinton disse a Bush senior nel corso della campagna presidenziale del 1992, diciamo a noi stessi: it’s the politics, stupid.