La finanza pubblica di nuovo in bilico

La "strategia" del governo Renzi somiglia troppo a quella degli esecutivi precedenti

2 Agosto 2014

IBL

Argomenti / Politiche pubbliche

Non è molto difficile sintetizzare la strategia di politica economica dell’attuale esecutivo: o quanto meno quella che è possibile distillare dal profluvio di annunci inutilmente perentori, dichiarazioni spesso contraddittorie, anticipazioni apparentemente temerarie.

C’è stata un’iniziativa di riduzione selettiva delle imposte personali temporanea (ad oggi) e solo in parte finanziata da tagli di spesa. Iniziativa che non è parsa incidere sui comportamenti delle famiglie.
Non c’è stato nessun reale tentativo di contenere la presenza dell’operatore pubblico nell’economia. Tanto in termini di flussi (e cioè di spesa pubblica) quanto di stock (e cioè attraverso la dismissione di attivi a controllo pubblico).
È stata messa qualche toppa sul vestito consunto ed ormai inservibile del nostro diritto del lavoro.

Molte e scomposte invece le fughe in avanti in tema di regole di finanza pubblica italiane ed europee, prima, e di riduzione dello stock di debito pubblico, dopo. Nulla, però, che affronti con la determinazione e la incisività necessarie il problema dei problemi: il differenziale strutturale di crescita fra l’Italia e gli altri paesi europei (su questo punto il Presidente del Consiglio è molto male informato: la bassa crescita non interessa tutti i paesi dell’Unione nella stessa maniera). In sintesi: una selezione “fior da fiore” delle iniziative o delle non-iniziative proprie di molti dei governi degli ultimi decenni. Iniziative e non-iniziative che ci hanno regalato una quarantina di migliaia di euro di debito pubblico a testa (lattanti ed ultracentenari inclusi).

In un quadro globale ancora carico di fattori di instabilità e molto lontano dal poter essere considerato sicuro per i paesi vulnerabili come l’Italia, la “strategia” di cui sopra – del tutto comprensibile per un governo sorretto da una maggioranza come quella attuale (con buona pace dei suoi componenti in linea teorica appartenenti alla opposizione) – è, per essere sintetici, piuttosto imprudente se non proprio pericolosa.

L’Istituto Bruno Leoni aveva programmato di avviare le attività dell’Osservatorio Minghetti – dedicato ai problemi della nostra finanza pubblica – in autunno. La piega presa dagli eventi nelle ultime settimane ci impone di anticipare i nostri programmi: in autunno potremmo doverci limitare a prendere atto del fatto che il percorso del Governo in carica si sarà concluso così come si sono conclusi i percorsi di tutti i governi che lo hanno preceduto. Con una nuova manovra. Con la differenza che il tempo concessoci tre anni fa dalla politica monetaria europea si sarà fatto ancora più esiguo. Se non si sarà del tutto esaurito.

oggi, 23 Novembre 2024, il debito pubblico italiano ammonta a il debito pubblico oggi
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