30 Ottobre 2014
Corriere della Sera
Alberto Mingardi
Direttore Generale
Argomenti / Teoria e scienze sociali
Per «sollecitare i singoli negozi a fidelizzare la clientela», l’assessore regionale al commercio Parolini ha proposto ai commercianti di autorizzare sì i presaldi, ma solo con le carte fedeltà. Sembrerebbe un passo in avanti nella direzione della liberalizzazione. E tuttavia è curioso che all’autorizzazione dei saldi anticipati si accompagni la volontà di decidere, politicamente, quale debba esserne la clientela.
A Milano si dice: «Ofelè fa el to mesté». Ognuno veda per l’appunto di far bene il proprio mestiere, che già non è poco. I commercianti, dal momento che sono esseri umani al pari dei politici, sicuramente sbaglieranno. Ma non è del tutto irragionevole immaginare che il problema di come fidelizzare la propria clientela, vendano maglioni di cachemire oppure gelati, l’abbiano ben presente. La carta fedeltà è uno strumento come tanti: va bene per alcune rivendite, meno per altre. È uno strumento utilizzato dai grandi supermercati, forse funziona meno bene per altri tipi di esercizi. Per i quali, magari, oggi è più importante strappare un «Like» su Facebook, che regalare la tessera di un club poco o punto esclusivo. Forse davvero la Regione dovrebbe pensare ad altro: ofelè fa el to mesté. E invece le vendite promozionali sono un eterno tormentone della politica italiana, come pure di quella lombarda.
Dal Corriere della sera, 30 ottobre 2014
Twitter: @amingardi