Stagnaro, IBL: “Non sempre i fallimenti di mercato giustificano l'intervento da parte dello Stato"
15 Aprile 2024
Il Bollettino
Carlo Stagnaro
Direttore Ricerche e Studi
Argomenti / Teoria e scienze sociali
Lo studio dei fallimenti di Mercati e Stati è la chiave per affrontare la tempesta geopolitica che rischia di travolgere l’industria. Un insegnamento che arriva dal padre stesso della teoria dell’impresa. «Ronald Coase (1910-2013; economista inglese naturalizzato statunitense, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 1991, ndr) è stato senza dubbio uno degli economisti più influenti del Ventesimo secolo, non solo per il modo in cui ha fertilizzato il suo campo di studio, letteralmente fondando (o rifondendo) la moderna teoria dell’impresa, ma anche lasciando un’impronta duratura in altre discipline, a partire dal diritto», dice Carlo Stagnaro, Direttore Ricerche e Studi dell’Istituto Bruno Leoni, di recente autore di Ronald H. Coase, edito da IBL Libri.
Edoardo Lisi: L’opera di Coase ha avuto un impatto enorme sull’economia industriale e l’organizzazione aziendale. Che cosa manca oggi delle sue idee?
Carlo Stagnaro: «La sua intuizione più importante è relativa al concetto di costi di transazione: quei costi, cioè, che bisogna sostenere per effettuare scambi di Mercato. Per esempio, scoprire chi offre o chi desidera un certo prodotto, negoziarne le modalità di cessione, applicare i contratti. ecc. L’esistenza di questi costi spiega perché gli esseri umani si sono dotati di istituzioni quali l’impresa, il Mercato, il diritto, che hanno tra i propri obiettivi proprio quello di contenere tali costi e rendere così possibili gli scambi.
Una caratteristica di Coase era la sua estrema curiosità, che lo ha portato a indagare tanti settori diversi e considerare necessario, per fare buona economia, sviluppare una conoscenza della giurisprudenza, del management. della storia. Così, egli non si è occupato solo di aspetti teorici – come appunto la natura dei costi di transazione – ma è stato artefice di una meticolosa ricerca sui metodi produttivi, le interpretazioni giurisprudenziali, gli standard contrattuali concretamente utilizzati nei vari contesti. Se c’è una lezione metodologica che dovremmo reimparare, è proprio l’attenzione per i dettagli e per i fatti. La realtà non può essere compresa senza prendere le mosse dai fatti storici che hanno determinato, in un certo tempo, una certa situazione.
Infine, Coase ha sempre insistito sul fatto che, sebbene i cosiddetti fallimenti del Mercato siano una realtà con cui dobbiamo confrontarci, non dobbiamo dare per scontato che qualunque intervento pubblico sia automaticamente giustificato dalla loro presenza. Anzi, oltre che dei fallimenti del Mercato, dobbiamo preoccuparci dei fallimenti dello Stato e degli effetti perversi della regolamentazione, ancora più ubiqui e subdoli.
EL: Nel suo libro scrive che le idee dell’economista hanno influenzato le politiche pubbliche (in casi quali l’allocazione tramite aste dello spettro radioelettrico o la creazione di Mercati artificiali per lo scambio dei permessi di emissione) e le decisioni giurisprudenziali. Qual è il suo principale contributo?
CS: Come dicevo, si tratta soprattutto di un apporto teorico. Se non ci fossero i costi di transazione – se cioè gli scambi potessero avvenire senza alcun ostacolo, cioè in un mondo perfetto – non avremmo bisogno di queste istituzioni. Questa intuizione è gravida di conseguenze pratiche. Alcune sono state oggetto della ricerca di Coase stesso: per esempio, in un articolo del 1959, egli si chiede perché le frequenze radiotelevisive debbano essere assegnate (come avveniva allora) sulla base di una sorta di selezione amministrativa, basata sull’uso che i richiedenti intendevano fare della frequenza stessa. Coase dimostrò che la società avrebbe tratto enorme vantaggio se le frequenze fossero state assegnate attraverso procedure competitive e, poi, fossero state cedibili a terzi.
In tal modo, infatti, chi aveva idee più produttive avrebbe potuto utilizzare quelle stesse frequenze, comprandole. All’epoca pareva una mera provocazione intellettuale, mentre oggi è la consuetudine in molte parti del mondo, tra cui gli Stati Uniti e l’Unione europea. Altre idee di Coase hanno trovato applicazioni nel tempo e sono state sviluppate da altri. Per esempio, dobbiamo alla sua enfasi sull’importanza di ridurre i costi di transazione l’idea di costruire Mercati artificiali in cui scambiare permessi di emissione: oggi l’Emissions Trading System europeo è il più grande Mercato al mondo per lo scambio della CO2, e uno dei pilastri della strategia europea per la riduzione dei gas a effetto serra.