Lavorare di domenica

È un diritto: negarlo sarebbe contro la libertà

30 Ottobre 2017

Il Giornale

Carlo Lottieri

Direttore del dipartimento di Teoria politica

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Quello del lavoro domenicale è un tema che, da anni, divide l’opinione pubblica. La presa di posizione del cardinal Gualtiero Bassetti riafferma una posizione consolidata all’interno del mondo cattolico, da tempo in prima linea contro quei contratti che prevedono che si debba lavorare anche nelle festività.

L’argomento solitamente usato ha un suo fondamento. In sostanza, si dice che il lavoro è per l’uomo, e non il contrario. Da parte di molti cattolici, insomma, si vuole riaffermare una gerarchia di valori: si ribadisce che vi sono dimensioni umane (familiari, affettive, relazionali) che vanno rispettate e non possono essere sacrificate. Tutto questo è molto giusto e al tempo stesso, però, non legittima il sostegno a normative che limitino la possibilità di lavorare e guadagnarsi onestamente da vivere.

Quanti sono preoccupati che l’umanità non sia dominata dall’ossessione di «fare soldi» o anche solo dai problemi lavorativi, fino al punto da ignorare i propri cari e non avere tempo per loro, non dovrebbero focalizzare la propria attenzione sulla domenica lavorativa. Si può benissimo essere vicini alle persone che si ama anche lavorando la domenica, così come si può non esserlo anche con un orario più tradizionale.

Per giunta, uno dei valori che dovremmo maggiormente riscoprire è proprio il rispetto per la dignità dell’uomo, per la sua autonomia, per la sua facoltà di decidere. E certamente ogni norma che vieta di lavorare in questo o quel giorno, e che in tal modo limita la libertà contrattuale, trascura questo dato fondamentale.

I pastori di anime devono certo preoccuparsi che gli uomini non subordinino ogni cosa alla loro professione e ai problemi materiali, ma questo non può giustificare alcuna coercizione di legge, la quale impedisca di svolgere un lavoro del tutto legittimo in qualsivoglia giorno e ora. E con quale diritto, a sua volta, il legislatore può impedire a un padre di famiglia, che deve far fronte a molteplici esigenze, di recarsi al lavoro anche in un giorno festivo?
Chi difende la legittimità del lavoro domenicale evoca spesso (e lo si comprende) anche ragioni di efficienza. In una società dinamica è bene avere la possibilità di andare al supermercato di notte o la domenica pomeriggio. Senza considerare che ogni divieto sugli orari di lavoro limita la produttività, distrugge opportunità d’impiego e, in sostanza, toglie occasioni di crescita ai più poveri.

Il più solido argomento a difesa del lavoro domenicale, però, sta nella difesa del contratto, della libertà negoziale, della possibilità di disporre del proprio tempo e sottoscrivere accordi. Quando tutto ciò viene meno, un pezzo importante della nostra dignità di essere umani responsabili capaci di sbagliare, ma anche chiamati a fare il bene finisce per essere dissolta.

Da Il Giornale, 30 ottobre 2017

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