Le cannonate gialloverdi danno al settore estrattivo l'occasione di farsi capire

La risposta dell'industria alla retorica ambientalista

17 Gennaio 2019

Il Foglio

Argomenti / Teoria e scienze sociali

E’ possibile immaginare un mondo rovesciato rispetto all’ultimo decennio, quando a prevalere è stata la retorica ambientalista per via della remissività dell’industria?

In conclusione del saggio “In difesa dei combustibili fossili” l’autore Alex Epstein ritiene che se imprenditori, lavoratori e pensatori lavorassero insieme, l’anticultura di impresa alla lunga avrebbe la peggio. Perciò immagina un futuro in cui i politici a favore dei combustibili fossili vincono dibattiti televisivi spettacolari contro altri politici che vi si oppongono, imprese energetiche lanciano campagne pubblicitarie di culto, gruppi di lavoratori eloquenti che difendono la causa, associazioni che insegnano ai membri come comunicare, amministratori delegati sicuri di sé e moralmente persuasivi, siti internet con un impatto emotivo più forte di Greenpeace, critiche spietate nei confronti di chi ritardi la costruzione di un oleodotto per più di cinque anni, etichettandolo non come difensore dell’ambiente ma oppositore del progresso.
Epstein immagina un mondo rovesciato rispetto a quello dell’ultimo decennio in cui a prevalere è stata la retorica ambientalista per via della remissività dell’industria. L’ideologia ha prevalso anche per colpa degli imprenditori che sono stati poco abili nel comunicare l’importanza dell’industria degli idrocarburi e a interpretare le relazioni con i territori interessati da siti estrattivi o da condotte. Tuttavia è possibile notare un cambiamento in corso in Italia dove sta avvenendo uno choc e la sopravvivenza del settore è messa a rischio da un provvedimento del governo gialloverde al decreto Semplificazioni che potrebbe comportare il blocco delle attività per i giacimenti fino ai prossimi tre anni col risultato di compromettere investimenti per 400 milioni di euro e causare un danno reputazionale grave agli occhi degli investitori esteri. La Lega ha rimandato di una settimana l’approvazione perché sta cercando di mediare con i rappresentanti dell’Oil&Gas così da ammorbidire il testo originario del M5s ed evitare danni seri, lasciando però una bandierina agli alleati di coalizione. L’iniziativa legislativa ha provocato una reazione inedita dai lavoratori e rapida da parte delle imprese.

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