Liste d'attesa in Lombardia. Cosa fare e cosa non fare per limitarle

È necessaria la valorizzazione di tutte le risorse, pubbliche e private


22 Marzo 2023

Argomenti / Diritto e Regolamentazione , Politiche pubbliche

Paolo Belardinelli

Research fellow IBL e fellow London School of Economics

scarica la ricerca integrale

Le liste d’attesa per accedere alle prestazioni del servizio sanitario nazionale sono al centro del dibattito politico. All’indomani dell’insediamento della nuova giunta lombarda, l’Istituto Bruno Leoni pubblica uno studio firmato da Paolo Belardinelli che spiega l’origine di questo problema e offre alcuni spunti su cosa fare, e non fare, per risolverlo. Lo studio prende le mosse da due delle otto delibere approvate nel corso del 2022, che istituiscono un meccanismo – solo parzialmente superato – di premi e penalità per le strutture sanitarie in funzione della lunghezza delle liste d’attesa.

L’evoluzione dei sistemi sanitari e il contributo che la concorrenza e l’apertura del mercato possono dare al soddisfacimento della domanda di cure sono uno dei temi cruciali del dibattito di politica economica. Per questa ragione, da tempo l’Istituto Bruno Leoni dedica alla sanità un ruolo cruciale all’interno dei suoi programmi di ricerca. Con questo lavoro, IBL intende contribuire a sviluppare politiche sanitarie più attente alla qualità delle prestazioni e all’efficienza della gestione del denaro pubblico, attraverso la valorizzazione di tutte le risorse, pubbliche e private. L’analisi della situazione lombarda si cala in tale filone di attività, col duplice obiettivo di fornire stimoli per una migliore gestione della sanità in questa Regione e di individuare best practice che possano essere esportate anche in altri contesti. Infatti, le liste d’attesa sono un problema diffuso (anche, ma non solo, spiegabile con la disponibilità delle risorse finanziarie, specie nella situazione post-Covid). A questo si aggiunge anche, in svariate regioni, quello del cosiddetto turismo sanitario, ossia l’impossibilità del servizio sanitario di rispondere alle esigenze dei pazienti, i quali sono pertanto costretti a cercare risposta ai loro problemi in altre regioni, come unica alternativa al rinvio delle cure o addirittura a rinunciarvi.

Nell’area oncologica, le strutture che hanno i volumi maggiori sono, senza sorpresa, in media anche quelle con i migliori indicatori di qualità secondo i dati Agenas. Queste strutture sono anche quelle più penalizzate. In altre parole, le dieci strutture di riferimento in area oncologica generano il 61% del totale dei volumi, hanno indicatori di qualità in media migliori e subiscono il 72% del totale delle penalizzazioni. Anche nell’area cardiologica i primi 10 ospedali erogano il 66% del totale dei volumi e hanno tassi di mortalità inferiori agli altri: 1,15% contro 1,64%. Questi centri di riferimento dell’area cardiologica, i cui volumi sono maggiori e i cui indicatori di qualità sono migliori, subiscono il 79% del totale delle penalizzazioni.

In conclusione, le ultime due delibere sulle liste d’attesa approvate dal governo regionale uscente nemmeno richiamano quelle analizzate in questo briefing paper. E’ pertanto opportuno che l’ordinamento venga adeguato cassandole formalmente e cercando piuttosto di trovare soluzioni che siano ragionevoli, sostenibili e non controproducenti. Per esempio, lo sforzo incluso nella delibera 6002 del febbraio 2022, che prevede di allocare risorse aggiuntive alle strutture ospedaliere pubbliche e private per alleviare il problema delle liste d’attesa, ma anche le indicazioni inserite nelle delibere 7475 e 7819, rispettivamente del novembre 2022 e del gennaio 2023, che per il 2023 prendono come riferimento le prestazioni erogate nel 2019 consentendo di aumentarle del 10%, sembrano rappresentare piccoli passi nella giusta direzione di fornire più risorse alle strutture. Il tentativo di allocare più risorse, e magari allocarle dove queste producono di più, sembra attaccare una diretta causa del problema delle liste d’attesa.

La sintesi del paper è disponibile in Diritto d’autore, il podcast IBL in cui discutiamo le nostre pubblicazioni

Liste d'attesa in Lombardia. Cosa fare e cosa non fare per limitarle

Nell'area oncologica le prime dieci strutture lombarde con indicatori di qualità migliori, generano il 61% del totale dei volumi ma subiscono il 72% del totale delle penalizzazioni condividi con questo commento
Nell'area cardiologica i 10 ospedali lombardi con indicatori di qualità migliori erogano il 66% del totale dei volumi e hanno tassi di mortalità inferiori agli altri ma subiscono il 79% del totale delle penalizzazioni condividi con questo commento
Il problema delle liste d'attesa può essere affrontato solo mettendo a disposizione delle strutture pubbliche e private risorse adeguate - e allocandole secondo criteri di efficienza e premiando la qualità condividi con questo commento
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