Il "loco" rivoluzionario e il raffinato professore

La strana coppia per una grande sfida


4 Gennaio 2024

Il Giornale

Carlo Lottieri

Direttore del dipartimento di Teoria politica

Argomenti / Teoria e scienze sociali

L’economista madrileno, Huerta de Soto, erede di una grande scuola, non ha dubbi nell’appoggiare i progetti del politico. Ecco gli snodi decisivi per modificare lo scacchiere internazionale

Difficile da immaginare anche soltanto un anno fa, la vittoria di Javier Milei alle elezioni presidenziali argentine ha spiazzato la maggior parte dei commentatori, a disagio di fronte a categorie e proposte tanto nuove. È significativo come la stampa mainstream – e non solo in Italia – lo abbia accostato a Donald Trump, senza comprendere l’autentico contenuto rivoluzionario delle tesi sostenute dall’economista di Buenos Aires. Chi e cosa c’è, infatti, dietro al leader del movimento La Libertad Avanza, che in campagna elettorale brandiva una motosega a simboleggiare la necessità di eliminare larga parte degli aiuti pubblici alle imprese e dell’apparato burocratico di Stato?

Milei è un libertario e a più riprese ha affermato la necessità di restaurare molte libertà perdute, a causa della regolazione pubblica e del prelievo fiscale. Economista con un background convenzionale, negli scorsi anni s’è convertito sulla via di Damasco quando ha letto un corposo volume di Murray Rothbard, Man, Economy, and State, e in particolare il decimo capitolo (sulla questione del monopolio) che più di mezzo secolo fa aveva affascinato anche Bruno Leoni. Si definisce anarcocapitalista nel lungo periodo (persuaso, insomma, che lo Stato sia illegittimo) e minarchico nel breve; e infatti il suo programma punta ad abolire un gran numero di ministeri e a ridurre sensibilmente la spesa pubblica.

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