Lontano dal Parlamento, lontano dal popolo

Un governo sbilanciato sull'esecutivo è tutt'altro che un riavvicinamento della politica ai cittadini

8 Gennaio 2019

IBL

Argomenti / Teoria e scienze sociali

A breve, la Camera avvierà l’esame della proposta di legge del ministro Fraccaro sul referendum propositivo. Comincia così il percorso verso la democrazia diretta, terra promessa dei Cinque stelle.

A farne le spese sarà la democrazia, contro la quale la proposta è scritta e pensata.

In questo senso, essa è perfettamente coerente con lo scarso rispetto per la funzione legislativa del Parlamento dimostrata dalla maggioranza di governo.
Come segnalato dalla fondazione Openopolis, il governo Conte è quello che, dall’esecutivo guidato da Letta passando per poi per quelli Renzi e Gentiloni, ha fatto più di tutti uso del decreto legge, l’atto maggiormente espressivo della supremazia del governo e dello spostamento della funzione legislativa dal parlamento all’esecutivo. Il 60% delle leggi approvate dal Parlamento è conversione di decreti legge, dal decreto fiscale al decreto sicurezza, dal milleproroghe al decreto dignità. Delle restanti leggi, tolte le formali ratifiche di trattati internazionali, tre sono in materia di bilancio (e quindi necessariamente riservate al Parlamento) e le altre, a ben vedere, affrontano questioni del tutto marginali rispetto alle riforme imposte tramite decretazione d’urgenza. Due, infatti, sono leggi istitutive di commissioni parlamentari di inchiesta (su rifiuti e illeciti ambientali e sulle mafie), una reca la proroga del termine per l’adozione di disposizioni integrative e correttive concernenti la disciplina processuale dei giudizi innanzi alla Corte dei conti e l’ultima riguarda l’installazione dei dispositivi per prevenire l’abbandono dei bambini nelle automobili. Con tutto il rispetto per la sicurezza dei nostri figli, è evidente che il Parlamento sta rimanendo più del solito completamente estraneo all’attuazione dell’indirizzo politico, come anche la penosa discussione sulla legge di bilancio ha dimostrato.

Non sorprende molto che né la componente leghista, portatrice di una visione iperdecisionista del governo, né quella grillina, che tra le sue promesse e convinzioni ha quella del superamento del Parlamento, abbiano grande considerazione del Parlamento.

Salvini e soprattutto Di Maio dovranno però un giorno spiegare ai propri elettori che un governo fortemente sbilanciato sull’esecutivo è tutt’altro che un riavvicinamento della politica ai cittadini.

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