Ma se lo Stato e pervasivo genera oligarchi

I privilegi danneggiano sempre il mercato: quando il potere statale è pervasivo, quasi sempre il ricco è tale grazie a meccanismi truccati

28 Ottobre 2024

Il Giornale

Carlo Lottieri

Direttore del dipartimento di Teoria politica

Argomenti / Teoria e scienze sociali

Nella storia occidentale esiste una lunga tradizione di contestazione della ricchezza e dei ricchi. Si tratta di una visione che rigetta la dimensione terrena, corporale, materiale dell’uomo stesso, che troverebbe una delle sue espressioni più tipiche nella grande disponibilità di mezzi. Alla base di tutto ciò si colloca uno “spiritualismo” radicale – dalla gnosi al catarismo – che nell’avversare la legittimità della posizione di chi è ricco rifiuta alcuni tratti essenziali della condizione umana. In seguito, giungeranno socialismo ed egualitarismo, che in larga misura “secolarizzeranno” antiche prospettive metafisiche di segno pauperista. Il risultato è che, oggi, il mero fatto di avere tanti soldi può essere associato a una colpa: a qualcosa di essenzialmente ingiusto.

Si tratta, però, di un errore. Sul piano morale, è indubbio che essere ricchi significa avere enormi responsabilità e che la generosità è una virtù fondamentale.

Se ci si sposta sul piano giuridico, però, una teoria della giustizia non può prescindere dal modo in cui Tizio s’è arricchito e Caio no. Se il primo, ad esempio, ha ottenuto quello status senza usare violenza, senza truffe e senza ricorrere alla coercizione, la sua condizione non può essere contestata; ed è pure frequente che egli avverta, sul piano morale, il dovere di essere munifico con la società in cui vive, anche facendo il possibile per eliminare le situazioni più difficili e penose.

Certo è vero che con la nascita del potere sovrano, alla fine dell’età medievale, e con il suo dilatarsi negli ultimi due secoli, s’è costruito un ordine nel quale una gran parte delle ricchezze discende da scelte e imposizioni statali. In innumerevoli casi chi ha molto gode di questi benefici grazie a imbrogli, costrizioni e inganni, mentre chi si trova in fondo alla scala sociale patisce innumerevoli norme che ostacolano la sua possibilità di migliorare la condizione in cui si trova.

Quando il potere statale è pervasivo, quasi sempre il ricco è tale grazie a meccanismi truccati. Perché una cosa è arricchirsi vendendo i propri servizi sul mercato, ma altra cosa (del tutto differente) è fare soldi grazie alle protezioni assicurate da un assetto istituzionale che ostacola la competizione, regolamenta ogni settore, tassa alcuni e finanzia altri. In poche parole, dobbiamo constatare come nel mondo odierno troppi ricchi siano “oligarchi”: soggetti formalmente privati (che dispongono di enormi ricchezze), ma che hanno ottenuto tutto ciò grazie alla politica, e quindi in virtù di raggiri.

Nel quadro attuale, allora, perché ogni ricco possa camminare a testa alta e senza sensi di colpa è urgente liberalizzare la società e cancellare gli innumerevoli privilegi di cui godono taluni gruppi sociali e moltissime imprese. La ferrea alleanza che lega gli uomini di Stato e le oligarchie economiche non è soltanto una delle principali cause delle nostre difficoltà: è anche ciò che sta progressivamente delegittimando la libera impresa e i frutti che essa genera.

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