Introduzione
Dopo aver parlato in generale di cosa sia la liberalizzazione e di quali benefici essa porti è opportuno entrare nel dettaglio dei singoli settori che vanno a comporre l’Indice delle liberalizzazioni. Il primo settore analizzato è il mercato dei carburanti per l’autotrazione, un mercato maturo e altamente competitivo che ha visto il proprio periodo di massimo splendore negli anni addietro ed è ormai in declino (in termini di volumi) da circa un decennio.
Lo sviluppo e il declino
La domanda di prodotti petroliferi nell’Unione Europea è calata da circa 730,3 tonnellate all’anno a 638,5 tra il 2007 e il 2018 (calo complessivo del 12,6%). La domanda complessiva, inoltre, è formata per il 45,9% da diesel e per il 12,6% da benzina.
Il declino della domanda di carburanti per il settore del trasporto stradale lo si deve a diversi fattori. In primis, con lo svilupparsi delle nuove tecnologie, i veicoli sono diventati sempre più efficienti richiedendo, a parità di chilometraggio, sempre meno carburante. In secondo luogo, anche la composizione della domanda è andata cambiando, per via, da un lato, della minore tassazione del diesel (che però negli ultimi anni si è andata riducendo)e, dall’altro, attraverso una regolamentazione più stringente sulle emissioni e sui veicoli a cui è consentita la circolazione. Queste politiche sono state attuate per agevolare la cosiddetta transizione energetica, ossia il passaggio da energie ad alta emissione di anidride carbonica, quindi molto inquinanti, a energie più pulite e sostenibili.
Il mercato dei carburanti
Tutti questi cambiamenti influenzano il mercato dei carburanti per autotrazione aumentando le barriere finanziarie all’ingresso del mercato.
Si tratta di prodotti omogenei per cui si possono guadagnare quote di mercato intraprendendo guerre dei prezzi particolarmente costose o differenziando i prodotti, per esempio aumentando la qualità del servizio o offrendo programmi di fidelizzazione dell’acquirente.
La regolamentazione
La regolamentazione, come si è già sottolineato, gioca un ruolo fondamentale in questo mercato sotto tre punti di vista.
In primo luogo, ha un impatto sugli ingressi nel mercato limitando la facoltà dei rivenditori di competere con le tradizionali compagnie integrate verticalmente.
In secondo luogo, la regolamentazione influenza anche le strategie e le scelte di business ponendo vincoli al bundling (la tecnica con diversi beni o servizi vengono offerti in un unico pacchetto), imponendo costi maggiori o requisiti stringenti, e implementando le norme sull’inquinamento atmosferico e sulla mobilità sostenibile.
Infine, la regolamentazione può influenzare il comportamento dei consumatori, in particolare attraverso la tassazione.
La metodologia
Al fine di computare il grado di apertura del mercato dei rivenditori di carburanti per autotrazione vengono utilizzati indicatori.
Il primo è la tassazione, riflessa nell’incidenza fiscale sul prezzo alla pompa: maggiore è la tassazione minore l’apertura del mercato. Questo indicatore è calcolato come funzione della tassazione media del gasolio e del diesel (incluse le tasse di esercizio e sul valore aggiunto) pesata per il consumo medio nazionale di ogni tipologia di carburante nell’ultimo anno per cui si hanno i dati a disposizione (2018).
Il secondo indicatore è il prezzo industriale (cioè al netto della componente fiscale) di ogni carburante. Dal momento che i carburanti sono beni venduti a livello mondiale, grandi differenziali di prezzo al dettaglio possono riflettere situazioni locali più o meno competitive. Per calcolarlo si considera il prezzo industriale in ogni stato membro dell’Unione Europea (al 31 dicembre 2019) pesato per il consumo nazionale dell’anno precedente.
Infine, il terzo e ultimo elemento considerato è l’organizzazione, che considera il grado di innovazioni commerciali nell’industria. Consideriamo due sottoindicatori per approssimare questa misura: la percentuale di distributori con il self-service e la percentuale di distributori che vendono anche e prevalentemente prodotti diversi da quelli petroliferi
Ogni indicatore prende come valore 10 per il Paese più performante, e il valore finale è ottenuto come media ponderata dei tre indicatori: la tassazione pesa 20%, il prezzo e l’organizzazione pesano 40%. Il risultato ottenuto è poi convertito in modo tale che la migliore performance corrisponda a 100 e le altre di conseguenza.
I risultati
Dal grafico sottostante notiamo come la migliore performance è attribuibile alla Polonia, seguita da Germania, Austria, Regno Unito e Spagna. L’Italia si colloca in prossimità della media europea, mentre sui gradini più bassi della classifica si trovano Francia, Danimarca, Malta, Svezia e, infine, Finlandia.