Il Mes deve essere approvato

E poi dipenderà dall'Italia se utilizzarlo o meno in funzione delle sue future necessità. Intervista a Nicola Rossi

29 Giugno 2023

Italia Oggi

Argomenti / Politiche pubbliche

«Ratificare il Mes non implica nemmeno per sbaglio che lo si debba poi attivare. Quindi il presidente del consiglio potrà tranquillamente mantenere il suo impegno e non richiederne l’attivazione», dice Nicola Rossi, economista dell’Università di Tor Vergata, analista dell’Istituto Bruno Leoni, ex Pd. Nel giorno in cui Giorgia Meloni ha ribadito che sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità non c’è fretta, Rossi commenta: «Quello che conta è il risultato».

Il Mes, aggiunge Rossi, «è una sorta di co-assicurazione fra i paesi dell’area dell’euro. Quale sarebbe mai il senso di non ratificarne la riforma avendo però contribuito, o avendo garantito di essere pronti a farlo, al capitale del Mes?». E a chi sostiene che il nostro sistema bancario è solido, per cui non vi sarebbe necessità di doversene dotare, Rossi replica: «Il grado di interconnessione dei mercati finanziari è tale che se qualcosa di grave accadesse ad un istituto di credito di un qualche rilievo altrove in Europa sarebbe pressoché impossibile non avvertirne qualche impatto anche in Italia». Non ratificarlo, insomma, sarebbe «un messaggio francamente autolesionistico, in un momento in cui i mercati non stanno manifestando il minimo segno di nervosismo nei confronti dei titoli italiani».

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