La prima volta che parlai della flat tax era il 1996. Venne considerata una stranezza, quasi uno scherzo. Mi fa piacere che adesso i partiti riflettano seriamente sul punto». L’economista Nicola Rossi è il presidente dell’Istituto Bruno Leoni, fino al 2011 è stato parlamentare del Pd, anche se spesso «non allineato». Ed è l’autore della proposta sulla flat tax, la tassa unica al 25% che dovrebbe prendere il posto di tutte le imposte del nostro Fisco. La stessa idea di cui ha parlato Silvio Berlusconi nell’intervista al Corriere. Professore, ne ha discusso con il leader di Forza Italia? «No, ma se ha citato quella proposta vuol dire che abbiamo fatto un passo avanti: stiamo tutti prendendo atto che il nostro sistema fiscale è insostenibile, perché talmente complicato da frenare la crescita».
Da ex parlamentare Rossi conosce bene i meccanismi della politica, la distanza che spesso separa gli annunci dalla loro realizzazione. Non c’è il rischio che se ne parli senza arrivare a nulla? «Certo, è possibile. Anche perché, per essere credibile, la flat tax deve essere accompagnata da una parallela riduzione della spesa pubblica». Alla sinistra il suo progetto non piace, Romano Prodi ha detto che «abbiamo perso l’anima». Lui ne sorride: «Pensano che la flat tax sia iniqua perché non progressiva». E non è vero? «No, c’è un meccanismo di detrazioni che rende il carico fiscale progressivamente più pesante al salire del reddito. Tutto il resto è solo ideologia».
Da Corriere della Sera, 1 Luglio 2017